venerdì 17 giugno 2011

La Bretagna e la Gran Bretagna

del Disagiato

Sentite questa: c’è una mia collega che non sa la differenza tra Bretagna e Gran Bretagna. Cioè, ora lo sa, ma fino a un paio di settimane fa no. Una commessa di libreria che non sa che la Bretagna è un posto diverso dalla Gran Bretagna. La cosa è nata dal fatto che una nostra cliente affezionata, una di quelle che non so come mai viene da noi e non alla Feltrinelli, una di quelle che comprano i libri della Pivano, leggono quello che consiglia la Pivano e che, vi giuro, assomiglia alla Pivano, ecco, questa cliente, che in quel momento teneva in mano un libro di Concita De Gregorio e una biografia di De André, mi chiede: “Mi servirebbe una guida della Bretagna. Ho provato a cercarla ma niente, non la trovo”.

Allora io vado nel reparto Guide Turistiche, guardo sotto la lettere B, cerco, sposto, tolgo e arrivo alla conclusione che una guida della Bretagna non ci sta. La mia collega, che ha assistito alla scena, mi dice che invece c’è, che la guida l’ha messa poco prima lei e che sarebbe cosa astuta guardare sotto la lettera G. “Perché lettera G?”, chiedo alla collega e allora io, la cliente e un paio di signori che erano lì a guardare guide turistiche capiamo che la mia collega non sapeva che la Bretagna è una cosa e la Gran Bretagna un’altra cosa. La mia collega arrossisce un po’, io la prendo in disparte e le spiego la differenza.

Intanto la cliente che legge la Pivano e che ascolta De André comincia a prenderla per il culo, “Facciamo finta di non aver sentito va'” e mentre dice questo ad alta voce mi strizza l’occhio e sorride e dicendo questa cosa regala un sorriso anche a quei clienti che hanno partecipato al simpatico siparietto. Ma non solo. La Pivano viene da me e con un filo di voce mi dice cose complici, simpatiche, come a voler dire “io e te ci capiamo, però, porco di un cane, non sapere la differenza tra le due cose, cavolo…” e io, ammettendo che da tempo tra me e lei c’è della complicità, sorrido per pura cortesia. Intanto la mia collega, offesa per le battute, si nasconde. Letteralmente. Va nella stanza in fondo a sinistra, anche se non dovrebbe starsene nella stanza in fondo a sinistra. C’è gente che vuole pagare, ci sono libri da sistemare e riordinare, clienti che chiedono informazioni ma lei, letteralmente umiliata, si ripara dalla simpatia in quella stanzetta in fondo a sinistra.

La signora, e la cosa comincia anche a pesarmi, lancia ancora un paio di battute. E allora io dico “Beh, si vede che nessuno le ha mai spiegato la differenza tra Bretagna e Gran Bretagna”. Non è tutta colpa sua, insomma. Ma alla signora che legge la Pivano e Concita De Gregorio e che ascolta De André, vorrei anche dirle che la collega ha passato un’infanzia che non sto qua a raccontare e che le cose, nella sua vita, sono sempre state fuori binario e non sapere la differenza tra Gran Bretagna e Bretagna in questo caso non è proprio una colpa. Ecco, vorrei dirle queste cose. 

La signora poi paga i suoi libri e uscendo dal negozio fa ancora una battuta che la mia collega, per fortuna, questa volta non sente. E la cosa si trascina per un po’, con la mia collega che esce dalla tana, con la mia collega che prosegue il suo mestiere con la faccia imbarazzata e umiliata (ho scoperto che le due cose possono stare assieme) e con me che faccio finta di niente. Come non ci fosse stato nessuna Bretagna e nessuna presa in giro e derisione.

Ieri la signora è venuta in negozio e con un libro di Tabucchi in mano mi è venuta vicino e mi ha detto: “Allora, hai visto il Referendum?! Le cose finalmente stanno cambiando”. E io, muovendo la testa su e giù e guardandola negli occhi, ho pensato a una cosa molto più complicata: “Vaffanculo”.

10 commenti:

  1. La signora pensa (bene?) che una commessa in una libreria debba sapere certe cose, non so bene quali cose, ma sicuramente si aspetta che abbia piu' informazioni rispetto ad una commessa che vende scarpe. Non e' cosi', e se proprio vogliamo attribuire delle colpe non credo che queste ricadano sulla commessa, ma su chi l'ha assunta, no?

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  2. Evidentemente l'insicurezza di fondo della signora similPivano si allevia un po' se trova qualche cosa (o qualcuno) contro cui scagliarsi, che la faccia sentire migliore, appartenente ad una categoria superiore, "tra noi gente di cultura ci siamo capiti".
    E la povera tua collega umiliata ed offesa, per una cosa così stupida...
    Alla faccia di De Andrè.

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  3. Poche cose eguagliano la povertà di spirito che dimostra uno spocchioso radical-chic.

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  4. Vatti a studiare la geografia sirio59, che ne hai tanto bisogno, così magari un posto da commesso lo troverai!

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  5. sai cosa mi stupisce? non l'ignoranza geografica, ma che una persona abbia per le mani ogni giorno guide con titolo "Gran Bretagna" e "Bretagna, le veda, le riordini (immagino che qualcuna abbia anche una bella carta geografica in copertina) e non si chieda il perché della differenza.
    come andare al mercato e chiedere indifferentemente mezzo chilo di fagioli o di fagiolini.
    mah.

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  6. Se ci sarei stata io avessi fatto un figurone! Cela so io la diferenza!

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  7. @Ste e lanoisette
    Penso che in questo caso si possa parlare di incompetenza. Ma umiliarla in questo modo mi ha fatto parecchio arrabbiare e pensare.

    @sirio
    Non so se si tratta di radicalchic ma sicuramente di una persona con poco tatto.

    @Laura
    Il tuo commento potrebbe essere: a) divertente b)interessante c)orrendo provoca istinti suicidi. Io sono per il b

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  8. Volevo semplicemente dire che l'ignoranza si manifesta in tanti modi, a livello grammaticale o in materia geografica, ad esempio. Purtroppo la peggiore è l'ignoranza a livello umano, credo sia la più difficile da colmare. Mi viene solo da dire, povera signora. Mi vergogno per lei.

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  9. Sono del parere che l'ignoranza a livello umano ha un altro nome. Superficialità? Cattiveria?

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  10. Trovo abbia tanti nomi a seconda del punto di vista

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)