mercoledì 1 giugno 2011

un esperto, un ministro, tanti presunti cretini

di lo Scorfano

Ieri ho letto l’editoriale di Tito Boeri a proposito delle prove Invalsi, che replicava alle critiche che, a suo dire, gli erano piovute addosso dopo un primo articolo sullo stesso argomento. Non ho molto da dire su quanto scrive Boeri, se non confermare l’impressione che ne ebbe qualche giorno fa Leonardo: che gli esperti, quando parlano di qualcosa che noi conosciamo bene, si rivelano molto meno esperti di quanto supponevamo che fossero. In fondo Boeri dice cose ovvie, alcune anche condivisibili, ma già lette e rilette in molte altre sedi.

E mentre, a ragione, lamenta che si parli inutilmente di “umiliazione”, si dimentica però di un dettaglio, un dettaglio importante. Che provo a evidenziare con due piccoli esempi, uno molto noto a tutti, l’altro noto soltanto a me.

Primo esempio. Il ministero della pubblica istruzione ha emanato il giorno 26 maggio una circolare con cui obbliga tutte le scuole medie italiane a effettuare una prova in più all’esame di terza media: una prova sulla seconda lingua straniera.      
           A parte l’utilità di studiare una seconda lingua già alle medie, in sole due ore settimanali (si chiama dispersione delle forze, ma è argomento che non rientra nel presente esempio), vi prego solo di notare la data: il 26 maggio. Cioè, il ministro scrive al suo dipendente insegnante: oggi, 26 maggio, ti dico che tra venti giorni ci sarà per i tuoi studenti una prova in più, diversa da quello che tu e loro sapevate all’inzio dell’anno, o all’inizio di febbraio, o all’inizio di questo stesso mese. Una prova in più. È giusto che ci sia? Non è giusto? Non è importante: l’unica cosa imprtante è la data. Io, il ministro, lo dico a te, l’insegnante dipendente, il 26 maggio. Quando tu hai già terminato da sette mesi la tua programmazione e da qualche giorno anche il tuo programma; quando il tuo lavoro è già finito e i tuoi ragazzi sono già pronti a tutt’altro. Ma io, ministro, me ne frego della tua programmazione e del tuo programma, insegnante dipendente. Il tuo lavoro per me vale così poco che possiamo cambiarne gli obiettivi in dirittura d’arrivo, quando lo hai praticamente finito. Non vorrai mica protestare, vero? Non ti sentirai mica umiliato, vero?

Secondo esempio. Io in questi giorni sono stato impegnato con gli esami di ammissione alla maturità di un candidato privatista. Insegnando latino in una quinta ed essendo questa classe quinta selezionata per ospitare il suddetto candidato, gli ho prima fornito un programma appositamente preparato (a febbraio), l’ho poi ricevuto per dargli alcune indicazioni particolari sula prova scritta (a marzo); poi, due settimane fa, ho preparato la prova scritta per lui; poi, sempre fuori dal mio orario di lavoro, ho assistito alla sua prova scritta, pronto a rispondere alle sue perplessità e attento a che non copiasse da chissà dove. Poi ho corretto con attenzione la prova scritta. Poi, il giorno 25 maggio, ci sono stati gli esami orali del candidato privatista, con tutto il consiglio di classe della quinta. Lo abbiamo interrogato, poi abbiamo fatto uno scrutinio: abbiamo cominciato a lavorare alle ore 15, abbiamo finito (tra compilazione di documenti e tutto) poco dopo le ore 18. (Lo abbiamo ammesso all’esame, tra l’altro.) Io pensavo che non ci avrebbero pagato nemmeno un euro per queste ore di lavoro aggiuntivo: lo pensavo, perché credevo che fosse stabilito dal mio contratto che non è attività che viene ricompensata. Poi mi hanno detto che invece no: che sarei stato pagato. Stentavo a crederlo, ma era comunque meglio così. E, alla fine, me lo ha confermato il personale addetto di segreteria: riceverò in busta paga 15 euro lordi in più. Circa 7 ore di lavoro complessivo: 15 euro lordi. Vale a dire: 2 euro e 14 centesimi di compenso orario lordo per la mia prestazione professionale. Mi sono arrabbiato, lo confesso: avrei preferito niente, avrei preferito fosse stato compreso nelle mie mansioni dal contratto. Sarebbe stato un contratto discutibile, forse; così, invece, è solo un’umiliazione, anzi: una presa per il culo.

Ecco, è questo che volevo dire all’esperto Boeri. Che io sono pronto a essere valutato, che sono felice di essere valutato, davvero. Ma che non si può valutare una persona intanto che la si sbeffeggia e la si umilia (appunto) pubblicamente: inserendo improvvisamente una nuova prova all’esame delle medie, come se il suo lavoro non contasse nulla, o pagandolo come uno schiavo per un lavoro che poi si pretende professionale e qualificato. Non fatelo, se poi volete la nostra collaborazione, non prendeteci in giro. Non pensate che siamo davvero così cretini, non sottovalutateci, non umiliate il nostro lavoro, non trattateci da schiavi senza dignità: questo chiediamo prima di tutto, signor esperto Boeri, signor ministro, prima ancora di una corretta valutazione. Di non essere presi in giro.

10 commenti:

  1. A furia di leggere i tuoi post sulla scuola, ho sognato di dovermi preparare per la maturità. E' un mio sogno ricorrente, ma leggendo qui "26 maggio" ho avuto un deja vu e mi è tornato in mente.

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  2. E' un sogno ricorrente che hanno in molti, a quento sento. Io invece mi sogno quello di terza media, figurati.

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  3. Guarda chi si rivede! E di questo, che ne pensi? http://gruppodifirenze.blogspot.com/2011/05/insegnanti-non-fate-piu-copiare-agli.html

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  4. Buongiorno, pessima...
    L'iniziativa del Gruppo di Firenze mi ha lasciato basito, perché non pensavo che ci fossero comportamenti così smaccatamente sleali da parte dei colleghi, davvero. Io non ne ho mai visti.
    Comunque sto leggendo il libro di Marcello Dei, tanto per non vivere nel mondo delle favole.

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  5. Io pero' non vedo il nesso tra l'incompetenza conclamata della ministra che stabilisce un esame il 26, le nostre paghe da fame e il discorso di Boeri.

    Ci trattano male, i ministri sono quasi sempre incompetenti, ergo parlare di valutazione e' sbagliato?

    Boeri nel primo articolo ci ha infilato delle imprecisioni che rivelano scarsa esperienza di scuola, ma sull'impianto generale io son pure d'accordo.

    FR

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  6. @FR
    Paralre di valutazione è giusto: l'ho scritto nel post. Le cose che dice Boeri sono anche per lo più condivisibili: l'ho scritto nel post. Pensare di umiliare e sbeffeggiare costantemente una categoria di lavoratori e poi però pretendere che diventino seri professionisti quando si ha l'esigenza di valutarli, questo non è sbagliato. E' presuntuoso, secondo me.

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  7. scorfano, sono in tutto e per tutto d'accordo con te. io prenderò, per il mio lavoro di coordinatore di classe, con tutto ciò che comporta, circa 60€ lorde. all'ora? a settimana? al mese? no, all'anno.
    e finché avrò come ministro una che non conosce neanche per scherzo i tempi tecnici della scuola, beh, la parola "valutazione" non la voglio neppure sentire, sarebbe come chiedere a un bambino che ha fatto le quattro operazioni di valutare il compito di matematica di un liceale di quinta scientifico.

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  8. Cara Lanoisette, io sono ben più fortunato di te: per lo stesso lavoro di coordinamento (peraltro in una prima tecnologico con 28 alunni provenienti da 18 scuole medie diverse - un incubo) prenderò ben 150 euro lordi annuali. Che culo, eh?

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  9. Scorfano, la tua idea, se ho capito bene, è che ci sta piovendo addosso una valutazione che non siamo attrezzati per sostenere, perché ci viene chiesto di tenere con saldezza il timone di una nave che in realtà è una zattera mezzo affondata.

    E lo è, caspita se lo è. Ma questa storia dell'Invalsi non è un'invenzione della Gelmini (che si e no capisce cos'è), e serve a restituirci professionalità, non a togliercela.

    Starnone, in una prefazione a non ricordo quale dei suoi libri, ha scritto che vede nel Ministero più un ostacolo al suo lavoro che la struttura cui appoggiarsi: quasi più un nemico che un amico.

    E' una cosa che avverto anche io tutti i giorni. Ma non voglio coinvogere il "progetto Invalsi" in questa sensazione, perché quello che fanno è utile.

    Altrimenti rischiamo di ricadere nel vizio italico di fare poco in cambio di poco: il treno costa poco e fa due ore di ritardo, gli autobus che costano poco e passano ogni morte di papa, lo Stato che paga poco ma ci chiede poco.

    Non sto assolutamente dicendo che tu faccia così, sto dicendo che chi fa poco però fa il tuo stesso discorso (con una buona dose di cinismo in più).

    Infine: trovo utile ripetere che l'Invalsi non valuta noi ma gli studenti (che possono andar male per molte ragione oltre e nonostante i loro prof.). Quand'anche fossimo valutati noi, proprio noi, e quand'anche le valutazioni andassero male, avremmo cmq dei parametri solidi per dire: "si deve cambiare". Altrimenti continuiamo a polemizzare, come facciamo da secoli, non trovi?

    Scusa la lunghezza.

    FR

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  10. @FR
    Non mi trovo affatto in disaccordo con quello che scrivi nel tuo ultimo commento. Non sarei così generoso con i test Invalsi (che reputo molto meno efficaci, per valutare gli studenti, di quello che reputi tu), ma non credo che questo sia il punto e comunque il fatto che siano migliorabili non implica che siano inutili.
    Io sono anche a favore di una valutazione dell'operato degli insegnanti e l'ho già scritto diverse volte su questo blog (e lo scrissi già su quello vecchio, tre anni fa, in tempi non sospetti): lo sono per tante ragioni (tra cui quella pochissimo nobile per cui credo che ne uscirei bene ;), scusa la presunzione). Non mi piace però che si parli (e si valuti, quindi) la professionalità mia solo quando essa deve venire messa in discussione e non anche quando se ne deve tenere conto prima di prendere certe decisioni (come quelle raccontate nel post). Questo non mi piace.
    Perché mi pare ci sia un costante fondo di ipocrisia sotto questa storia della valutazone e degli Invalsi: mi pare che aleggi di sottofondo sempre il consueto urlo brunettiano, "fannulloni", magari mascherato, ma pur sempre quello.
    NOn è la valutazione a essere umiliante, insomma. Lo sono tante altre cose che precedono la valutazione. Io credo che uno sforzo per rendere il clima generale meno "umiliante" (gli esempi sono sempre quelli del post) renderebbe assai più agevole anche la valutazione dell'operato degli insegnanti: e sarebbero a quel punto due passi avanti nella direzione giusta, non uno solo.
    Spero di essere stato sufficientemente chiaro.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)