sabato 19 novembre 2011

Chi si ispira a chi

del Disagiato

Ieri Luca Sofri ha scritto un post sulla qualità dei programmi radiofonici e televisivi che comincia così: Ci sono diversi programmi radiofonici e televisivi che in questi anni hanno tratto idee e successi dall’incialtronimento circense della politica, e ci hanno costruito format intorno, divenendo parte e complici di quell’incialtronimento, e suoi allevatori, per quanto fingessero di prenderne le distanze e di deriderlo (Striscia la notizia fu il primo). Prendo spunto, tirato per i capelli, proprio da queste prime righe per evidenziare un’idea che ho in testa da parecchi anni e cioè che è la cattiva politica (“l’incialtronimento circense della politica”) che spesso ha tratto idee e successo da diversi programmi radiofonici e televisivi. Sperando di non far ridere quelli che in questi giorni hanno stappato le bottiglie per l’arrivo, finalmente, di una nuova politica, io penso che Berlusconi non sia la causa dei mali dell’Italia ma la conseguenza. Me ne rendo conto che queste parole risultano noiosette (infatti sto sbadigliando io che le ho appena scritte, figuriamoci voi che le state leggendo), però non riesco a pensarla diversamente. 

Aggiungo anche che a stabilire simmetrie e baricentri politici sarà ancora la televisione e tutto quello che ci metteranno dentro la televisione. Berlusconi ha vinto e ha regnato per tutti questi anni non perché è un criminale o uno contro la democrazia (Mussolini, con i suoi manganelli, era un criminale e antidemocratico) ma perché a partire dagli anni ottanta ha spappolato il cervello (un cervello senza alcuna difesa) agli elettori con i suoi programmi televisivi (Pasolini indicò già le radici di questo fenomeno). Ne risulta che Striscia la notizia, che qui vuole essere solo un esempio, non è un programma che si ispira alla politica per mezzo della satira e delle donne nude, ma è la politica che si ispira a Striscia la notizia per mezzo di strani valori politici. 

Se quella che viene chiamata sinistra poetica non tornerà a dire con forte convinzione che siamo tutti uguali, che gli stranieri vanno aiutati, che non dobbiamo avere paura del diverso, che dobbiamo uscire di casa e ritrovarci (invece di guardare la televisione), che la cultura umanistica sta svanendo e tante altre cose patetiche e apparentemente antiquate, il nostro paese vedrà un nuovo Berlusconi, un qualche altro politico rinnovato, con la faccia nuova e altri tic che ci daranno enormemente fastidio. Ma che vincerà ancora. E vincerà per via di questioni antropologiche o culturali e non perché sarà bravo a fregarci o a farcela sotto il naso.

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I programmi televisivi scemi si possono evitare, così come si possono evitare tante altre cose sceme che ci sono al mondo. Però se c'è una frase che non dovremmo tollerare è : "puoi sempre cambiare canale". Non dovremmo tollerarla, secondo me, perché questo "puoi sempre cambiare canale" significa, a fare i puntigliosi, menefreghismo. E il menefreghismo, quando sta su sfondo ideologico, spesso è composto da cellule impazzite che deformano i tessuti. Oggi un giornalista ha chiesto a Piersilvio Belusconi: "A proposito di comunicazione, non può negare che i suoi Tg siano stati filogovernativi. Vogliamo parlare del tg di Emilio Fede?" E lui ha risposto: Sapevo che si andava a finire lì. A parte che Fede è esplicito e se non interessa il suo punto di vista basta cambiare canale, i nostri tg le notizie le danno tutte e in più stiamo lanciando anche una rete all news che darà prova di obiettività. Scusate la lunga parentesi a un post che stava quasi parlando di altro, ma volevo solo dire che cambiando canale il problema sussiste. Se un telegiornale è fascista (ma ormai Fede è talmente fascista che ce ne siamo dimenticati), cambiando canale rimane fascista. Continua sempre ad influenzare qualcuno. Perché è esplicito, appunto.

5 commenti:

  1. Sono d'accordo: di tutta la situazione italiota Berlusconi è più un effetto che una causa, come sottolineavo in questo post (http://matemauro.wordpress.com/2009/06/09/la-cultura-oggi-in-italia/) di due anni fa...

    E altresì mi convince il discorso del "cambiare canale" come sommamente inutile, anzi forse peggio.

    Quanto alla cultura umanistica che va scomparendo, è vero, ma va scomparendo anche la cultura scientifica, resta soltanto l'utilizzo della tecnologia, che di per sé non fa cultura...

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  2. Sono anch'io d'accordo con la tua ultima osservazione, Mauro. Non è un problema di "umanistica", ma di cultura, tout court.

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  3. senza voler fare il saccente quando polemizzo sul blog di Punzi (ma a naso anceh sul mio profileo FB) ho sempre sostenuto che Berlusconi fosse un "follower". E qui siamo concordi anche con te. Punzi va oltre e sostiene che B voleva cambiare l'Italia ed invece L'Italia ha finito per cambiare lui. Io sostengo anche ceh B è sempre stato 'pavido' perchè incapace di approvare una qualsiasi legge o provvedimento volto a migliorare il nostro vivetre quotidiano (a nostro scapito). Se una tassa è utile si mette anche se perdi momentaneamente qualche voto (vedi ICI). Sulla tv che dire? Sinceramente Striscia ma anche le Iene ormai mi sembrano contenitori vuoti, deboli coi forti e viceversa (io da anni quando faccio benzina scendo dall'auto per controllare, temo sempre che il tassista mi freghi ma non vedo Striscia andare a scassare i cabasisi a PierSilvio o Marina. Un tapiro a Marina sai che fine farebbe?) Suerte

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  5. Per via di una visione un po' limitata delle cose ho omesso "cultura scientifica". Hai fatto benissimo a sottolinearlo tu. Ho letto il tuo post, che mi trova d'accordo, anche se rimango perplesso su quell'elenco di intellettuali(senza ironia ti dico che mi hanno commosso quei nomi). Per questioni anagrafiche non ho la certezza che allora avessero un ruolo enormemente rilevante. Però c'erano intellettuali nelle scuole, nelle case editrici, nelle università e, insomma, in quei posti dove era necessario che ci fossero intellettuali. Oggi no. Una volta gli intellettuali erano nemici della società, oggi invece non lo sono più. Però, ripeto, la mia è solo un'impressione.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)