mercoledì 30 novembre 2011

il segnapagine del 30.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Tigella, Il ministro che risponde su Twitter: Per me la questione è aperta e la pongo a voi. E’ un bene o un male che un ministro sia presente su Twitter e che risponda ai tweet che gli vengono rivolti? 
Giorgio Vasta, La nostalgia delle monetine: Come agisce la nostalgia? Recide i collegamenti e i rapporti di causa-effetto tra gli eventi e tra le epoche. Il che vuol dire, per esempio, che non ci consente di vedere il presente come risultato – non inevitabile, tra l’altro – del passato. 
Leonardo, La Morte e il Comunista d'Unità Proletaria: Il suicidio assistito è un lusso, roba da Svizzera, roba radical chic, insomma. In Italia continueremo a discuterne per anni, diritto o non diritto – come se davvero uno Stato, una società, possano costringerci a vivere se non ne abbiamo più voglia.
ilNichilista, Togliete i libri alle donne e torneranno a far figli?: Il problema della scarsa natalità non deriva quindi da una improbabile eccessiva parità di genere, magari incoraggiata dalla scolarizzazione. Semplicemente, quella parità è ancora un miraggio e ciononostante nascono meno figli che altrove.

indimenticabili

di lo Scorfano

«Guardi, in queste prime settimane il problema è più che altro la situazione in latino, che è molto preoccupante...» (e poi, io, giovane insegnante, stavo per dire i voti)
«Ah, non me lo dica, professore! Però, stia tranquillo, che adesso la musica in casa cambia, eccome se cambia!»
«In che senso?»
«Nel senso che la mia azienda sta vivendo un momento un po' particolare [si trattava di bancarotta, come seppi mesi dopo] e io ho tutti i pomeriggi liberi. E, guardi, io ho fatto il classico e il latino me lo ricordo bene. E quindi, dopo pranzo, tutti i giorni, me lo prendo, quello scansafatiche di mio figlio Piergiorgio, e lo tengo lì con me a fare versioni ed esercizi... Vedrà che la musica cambia, altroché!»
«Certo, un aiuto può essere molto utile in questo momento... Mi raccomando di lasciarlo fare anche da solo, però...»
«Sì, sì, non si preoccupi. Io lo controllo da vicino: e se lui sgarra, bam, uno schiaffone! E vede che imparerà anche il latino!»
«Sì, però, insomma...»
«Anche se poi, professore, le dico la verità: alle 5, 5 e mezza, lo prendo e lo sbatto fuori di casa: che corra e che giochi un po' a pallone con gli amici, sa... Perché, se lo chiudo in casa, quello mi si ammazza di seghe tutto il giorno...»

Siamo in guerra?

del Disagiato

In  questi giorni sto leggendo il libro Siamo in guerra di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Il primo sapete tutti chi è, il secondo, se non lo sapete, è “presidente e socio fondatore di Casaleggio Associati, società di consulenza di strategie di Rete che cura il blog www.beppegrillo.it”. I due autori, se si può riassumere, scrivono che internet ha permesso alle masse di avvicinarsi alla politica e ai politici, che la rete ha sfondato le barriere, che i blog fanno più giornalismo dei giornalisti, che i lettori delle pagine web stabiliscono la reputazione di chi prende le decisioni e, insomma, in queste pagine si celebra il declino di una certa politica isolata e viziata. Invece con internet tutti possiamo controllare e partecipare e rimproverare e giudicare. Ma non solo la politica, dicono Grillo e Casaleggio, deve essere in mano ai cittadini, ma anche la rete stessa, anche l’informazione, anche i palinsesti.

A pagina 95: “Oltre alle informazioni gli utenti stanno creando anche i palinsesti, la priorità data alle notizie dalle testate giornalistiche e televisive che condiziona il lettore. L’importanza delle notizie in Internet è attribuita dagli user-driven media, in cui la scelta, il peso e il tempo di visualizzazione delle notizie sono decisi dai lettori. I siti statunitensi Digg, Delicious, Reddit e l’italiano Tze Tze pubblicano le notizie in funzione della loro popolarità. Si vota pro o contro un'informazione...”.  E tutto questo è davvero bello e tutto questo è davvero democratico, dicono loro.

martedì 29 novembre 2011

il segnapagine del 29.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Gianluca Briguglia, La casta dei poverini: Si insegna ai ragazzi, a quelli che cominciano, a essere rinunciatari, a essere pazienti, ad aspettare un turno che di fatto non esiste, ad essere servizievoli, a essere contenti di 900 euro al mese, a nascondere quello che si sa fare. Se si insegnasse il contrario, l’Italia sarebbe davvero all’avanguardia, perché abbiamo una preparazione secondaria molto migliore di tutti i concorrenti europei...
Radio Free Mouth, Un giorno, chissà: Vedi, figlio mio, ci sono di diversi tipi di parole che descrivono le persone. Puoi chiamare queste parole  "qualità", oppure "attributi". Ti faccio un esempio: l'altezza. E' un attributo evidente, perché l'altezza di una persona è lì, davanti ai tuoi occhi. 
Tempo reale, Viva il signor maestro: Non è vero che tutto può sempre e soltanto peggiorare e che al governo o in politica vanno soltanto ladri, cialtroni e ciambellani.
Doppiozero, Le dimissioni di Stefano Boeri: Cosa succede a Milano? È già terminata la primavera milanese? Il vento che aveva portato Giuliano Pisapia a vincere le elezioni sull’onda di un cambiamento è caduto? Le dimissioni di Stefano Boeri da assessore alla cultura segnano un’effettiva battuta d’arresto. Ma qual è la questione in gioco?

Le persone

del Disagiato

Una volta pensavo che le persone fossero tutte buone. Poi invece ho cominciato a pensare che fossero tutte cattive. Verso i quattordici anni, invece, ho cominciato ad essere manicheo, cioè quel genere di persona che divide l’umanità in questo e quello, in bianchi e neri e, appunto, in buoni e cattivi. E allora, con entusiasmo adolescenziale, ho proseguito per la mia strada dividendo il tutto in destra e sinistra. Che poi quelli di destra erano i cattivi e quelli di sinistra i buoni. Ecco, questa cosa della divisione in destra e sinistra me la sono tenuta nelle tasche per un bel pezzo. Poi, o con l’età adulta o per quella che si chiama esperienza, ho cominciato a pensare che al mondo ci fossero soltanto persone intelligenti e persone non intelligenti. Una persona di sinistra, cioè buona, poteva benissimo essere non intelligente, così come una persona di destra, cattiva, poteva benissimo essere intelligente. Più gli anni scivolavano via, più le cose, per me, cominciavano ad annodarsi. Sta di fatto che da pochissimo tempo, frequentandovi, sono arrivato alla conclusione che esistono le persone sceme e le persone non sceme. Facile: quello è scemo, quello invece no. Una persona di sinistra, buona ed intelligente può darsi benissimo che sia scema, una persona di destra, cattiva e non intelligente invece bla bla bla. 

metafisica di un post da scrivere

di lo Scorfano

Ci sono giorni in cui è facile pensare che il blog sia un tunnel. Scrivere il post, leggere i commenti al post, rispondere ai commenti al post, preparare il segnapagine, pensare a un altro post... Ci sono giorni in cui lo si pensa e ci si sente quasi messi in prigione, anche dal blog, come accade con molte altre faccende della vita, se si è un essere umano. Poi magari si smette di scrivere per qualche giorno: la vita a volte chiama altrove, e fa girare un po' la testa da qualche altra parte. Ed è in quel momento, mentre il blog rimane sullo sfondo che si capisce che esso, il blog, non è affatto un tunnel. E che è invece tutto il resto a esserlo.

E tutto il resto può, per esempio, essere la scuola, se fai di mestiere l'insegnante. La scuola con i suoi ritmi sempre più burocratici e sempre meno didattici, con i suoi ingressi alle 8 a spiegare letteratura lontana di secoli davanti a venticinque alunni che educatamente (ma non tutti) trattengono gli sbadigli; la scuola con i voti, i registri, le assenze, la necessità di non fare certi passi indietro, le aule, le porte che si aprono e chiudono, le lavagne tradizionali e multimediali, i colleghi, i colloqui con le famiglie, le insufficienze, la scuola.

È lì che ti accorgi che no, che il blog è esattamente il contrario del tunnel; e che forse è proprio per quello che ti serve, che ti piace, che in fondo lo ami, anche con la sua fatica. Perché il blog, a un certo punto della giornata, ti costringe a fermarti. 

lunedì 28 novembre 2011

il segnapagine del 28.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

letteredalucca, darwinismo librescocerto, quando in città chiude una libreria e al suo posto nasce un negozio di mutande (magari il decimo nella stessa strada) piange il cuore. ma è un po’ una storia vecchia.
Malvino: Ad un passo dal fatale "e che palle!": Penso che finirò per disinteressarmi anche di Marco Pannella, e per le stesse ragioni che mi hanno portato a lasciar perdere Giuliano Ferrara: non è più capace neanche di farmi incazzare e da qualche tempo mi provoca solo quel misto di pena e di disprezzo che, conoscendomi un pochino, già so che appassirà in noia mortifera.
Squonk, Greetings from Brussels '11- HeyselIl 29 maggio del 1985 ero a casa di Antonella per la sua festa di compleanno, lo ricordo come se fosse adesso, ricordo dove e come ero seduto, dove stava la torta e tutto il resto, ricordo che prima c’erano gli sfottò degli interisti e dei milanisti e poi lo stupore e poi il silenzio, sempre senza muoverci da dove eravamo seduti, con gli occhi fissi sullo schermo del televisore a guardare quel che succedeva dove mi trovo adesso.
Sciura Pina, I figli della precarietàIn passato, quando illustravo ai ragazzi la vita del villaggio, regolata dal ritmo dell’orologio della fabbrica e ad essa indissolubilmente connessa, coglievo sempre qualche insofferenza per una esistenza in qualche modo claustrofobica.

avviliti

di lo Scorfano

Mentre salgo le scale per andare verso l'ultima ora di lezione, incontro il collega Pancrazio. Il quale non si volta nemmeno per salutarmi. Ma mi dice, dandomi le spalle e scuotendo la testa: «È tutto così avvilente, guarda». E io non so a cosa si riferisca, non ne ho la più pallida idea, non lo voglio nemmeno sapere. Però, mentre me ne vado verso la mia ultima ora di lezione, penso che sì, lo è; e ogni anno che passa lo è un po' di più.

Davanti a una zuppa rumena

del Disagiato

Un paio di settimane fa sono andato a cena a casa di mio fratello e di Angela, la sua compagna. Angela, che è rumena (vive in Italia da dieci anni), ha preparato una squisita zuppa rumena, che è una piatto, mi ha detto lei, che ha un’antica tradizione e che è fatto essenzialmente di carne (ma non tutti mettono la carne) e verdure. Ci siamo seduti a tavola, alla domanda “allora, cosa ci racconti?” io ho risposto “il solito tran tran” e poi, sinceramente non so come, ci siamo messi a parlare di politica. Forse siamo arrivati lì, a quel discorso, quando io ho parlato di crisi economica (“in negozio non ci sono più i guadagni di una volta”, devo aver detto) e di tasse. Ecco, deve essere dopo certe affermazioni che ci siamo messi a parlare di politica e di modi di stare al mondo. 

Allora Angela, a un certo punto della conversazione, mi ha detto che in Romania, in questi anni, non si sta affatto bene. “Se qui c’è crisi economica, là da me si sta peggio”, mi ha detto. E dopo questa affermazione io ho detto una di quelle cose che adesso, mentre scrivo, mi sembra davvero banale e che si dicono forse solo davanti a una ragazza rumena che ha appena preparato una zuppa rumena e cioè ho detto: “Beh, però meglio di una volta, immagino”. “Con una volta intendi dire quando c’era Ceausescu?”, mi ha chiesto. “Beh, sì, intendevo dire questo”, ho risposto.

domenica 27 novembre 2011

il segnapagine del 27.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Malvino, Facile, semplice, scontata, naturale…: Cosa ha scristianizzato l’occidente, dunque? La libertà di scegliere. Non è un caso che il cristianesimo si sia fatto forte eliminando eresie (airesis = scelta) e abbia cominciato a indebolirsi quando si è affermato il principio della libertà religiosa: quando l’ha fatto suo, la sua crisi è diventata irreversibile.
Claudio Giunta, Lobbisti sotto la pioggia: I parlamentari, loro, non moriranno a Bruxelles. «Vengono su» due o tre volte al mese, stanno in città due o tre giorni, poi tornano a Milano, Roma, Londra, Madrid. «Tornano ai collegi elettorali», vi spiegheranno. 
Manteblog, Anteprima Punto Informatico: Comunque la si pensi al riguardo una cosa sembra chiara: la nuova ondata di adozione di Twitter in Italia, caratterizzata dalla apertura dei profili di star della televisione e dei media, è un evento sociologicamente interessante.
Antonio Pascale: Bufale scientifiche...: La domanda è: in Italia, come sono raccontati dagli opinion leader alcuni fattori scientifici quali innovazione in agricoltura, piano energetico, ricerca sulle staminali? La risposta è spiacevole: molti degli opinion leader italiani non sono pratici di metodologia scientifica, per cui non sanno fornire un orientamento.

diritti

di lo Scorfano

O crediamo nella giustizia italiana o non ci crediamo. Se ci crediamo, come sarebbe meglio e più opportuno, dobbiamo anche credere che il professor Giovanni Scattone, già condannato per l'omicidio di Marta Russo, abbia tutto il diritto di insegnare storia e filosofia dove la legge glielo consente, visto che su di lui non pende alcuna interdizione al lavoro nei pubblici uffici.  E non quindi perché, come lui sostiene «mi sono sempre dichiarato innocente»; giacché questo argomento non ha nulla a che vedere con la giustizia e con il fatto che egli è stato invece condannato, e quindi riconosciuto colpevole. E nemmeno perché i suoi alunni dichiarano che egli sia un insegnante «bravo e preparato» (meglio che lo sia, naturalmente, ma non è questo il punto). 

Il punto è che, obiettivamente, Scattone ha pagato il suo conto con la giustizia che, appunto, lo aveva riconosciuto colpevole.  Egli, se noi crediamo nella giustizia italiana, come sarebbe meglio per tutti noi e anche per lui, sarà per sempre un omicida. Ma questo, naturalmente, non gli toglie il diritto di lavorare, una volta che la sua pena sia stata da lui scontata, come infatti è accaduto; e nemmeno gli nega l'opportunità di essere un ottimo insegnante di storia e filosofia, che lavora negli istituti dove le graduatorie provinciali gli consentono di lavorare.

Credo che questo si chiami stato di diritto: l'alternativa potrebbe invece chiamarsi forca. Che, se non crediamo nella giustizia italiana, sarebbe la necessaria soluzione di ripiego. Ed è per questo che, tutto sommato, è meglio se ci crediamo.
 

sabato 26 novembre 2011

il segnapagine del 26.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Personalità confusa, La crisi economica spiegata ai bimbi delle elementari: Orbene, bimbi belli, dovete sapere che numerosi Stati di questo pianeta (fra cui brilla ahimè il nostro) sono pieni di debiti fino al collo perché negli anni hanno dilapidato montagne di danaro in vari modi. Come accade a molti di noi adulti, ogni anno essi Stati guadagnano assai meno di quanto spendano.
Formamentis, Propensione marginale al defaultInteressante il decorso della crisi, giorno dopo giorno si stanno creando alla velocità di uno tsunami queste nuove ondate di panico che si sommano alle precedenti in senso cumulativo.
Falafel Cafè, Una notte a Nabi Saleh: Dicono i palestinesi di Nabi Saleh che ormai non ci fanno più caso. Dicono anche che, pur nella follia del gesto, «i soldati israeliani di solito si comportano molto bene». E però certe immagini, qui, a migliaia di chilometri di distanza un po’ colpiscono. Un po’ fanno riflettere. 
Notiziole di .mau., La rivoluzione dimenticata (libro): "Attenzione, perché oggi stiamo perdendo il metodo scientifico per tornare al mito, con la gente che non capisce cosa sta dietro agli oggetti e i fisici quantistici che preferiscono parlare di fantasie".

Sei anni più o meno

del Disagiato

Una mia collega non c'è più, cioè nel senso che ha presentato le dimissioni, che ci ha salutati tutti quanti e che è andata a guadagnarsi la pagnotta in altro modo. Nei negozi del centro commerciale tutti i giorni c’è gente che riempie gli scatoloni e che se ne va lontano. Per sempre. Allora arrivano facce e atteggiamenti nuovi e via che la giostra ricomincia a girare con i suoi arrivi e con le sue partenze. In tutti i posti di lavoro è così o sbaglio? Quando sei anni fa circa pure io cominciai a vendere libri pensavo che presto me ne sarei andato. “Lavoro per pagarmi gli studi”, pensai il giorno in cui feci il colloquio di lavoro. “Guadagno qualche soldo mentre cerco la strategia giusta da utilizzare là fuori, nel mondo”. Poi il tempo e la pigrizia mi hanno fatto dimenticare che stavo cercando una strategia (e cosa diavolo è una strategia?), poi sono andato a vivere da solo, poi ho smesso di studiare, poi ho cominciato a spingere carrelli all’Esselunga ed eccomi qua a contare gli anni che mi stanno alle spalle: sei anni, più o meno. E intanto molti altri, che erano entrati con me nella mischia del centro commerciale, se ne sono andati per mettere in pratica teorie che avevano in mente da anni.

E questi a volte (ultimamente moltissime volte) passano davanti alla libreria per farmi ciao ciao con la manina o entrano per dirmi che alla fine si sono laureati, che viaggiano molto, che guadagnano più di prima, che si sono sposati e per dirmi che, insomma, là fuori il mondo non è proprio così bello ma comunque meglio del centro commerciale. “Madonna”, mi dicono, “tu è da sei anni che sei qua”. “Più o meno”, rispondo io. E questa cosa me la dicono, non so se avete presente, alzando il labbro superiore, digrignando un po’ i denti, spalancando gli occhi, come se mi stessero dicendo “guarda che hai una spaventosa cacca di uccello sulla spalla”. Ecco, me lo dicono in questo modo. E io allora faccio la faccia acquosa, priva di espressione e dico “Eh, sai com’è…”. Già, sai com’è, non ricordo più quale strategia avevo in mente. Ero venuto qui per attaccare la vita a morsi e invece mi sono ritrovato a nascondermi dietro i pali.

venerdì 25 novembre 2011

il segnapagine del 25.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Le parole e le cose, Autoritratto a ventiquattro anni: Ho ventiquattro anni e sono uno studente. Questa è la mia identità, ufficialmente riconosciuta dallo Stato in cui sono nata, in cui tutt’ora vivo e in cui vorrei lavorare, ma intimamente sentita come l’unica forma di vita che conosco.
il Giornale, La zarina Bianca si dichiara rossa in diretta sul Tg3: Il Tg3 è un buon telegiornale, ma non c’è dubbio che la sua identità sia di sinistra. Ci sono ragioni storiche. C’è il suo stesso certificato di nascita. Ma negare che la sua anima non sia di parte è un calcio al buon senso. Il sospetto è che la Rai, per sua natura, non potrà mai essere indipendente dalla politica.
Unradiologo, Dolcissima: Ho subito pensato che la vita è strana, e che anche nei momenti di difficoltà qualcuno o qualcosa ti ricorda il valore di quello che stai vivendo. E ho pensato anche che, nonostante tutto il casino di questo periodo, non mi sono mai sentito così vivo.
Ufficio reclami, Compensi luculliani: Il nostro media network è in continua crescita: cerchiamo nuovi blogger appassionati e competenti, per ampliare la nostra community e avere contenuti sempre freschi e aggiornati. Requisiti: essere sempre aggiornati su ciò che avviene nel mondo (in base alle tematiche del blog assegnato) ed avere il tempo per scrivere un paio di post al giorno.

Il bambino di sei anni e le navi

del Disagiato

A proposito di genitori, ieri mattina una signora mi ha chiesto con molta serietà (serietà che io ho preso per ironia), se per caso avevamo in libreria un libro sulle navi, visto che suo figlio da grande vuole fare ingegneria navale. Sì, da grande vuole fare ingegneria navale, ma adesso “quanti anni ha il figlio?”, ho chiesto. E la signora, sempre mantenendo intatta la sua serietà, mi ha risposto: “mio figlio adesso ha sei anni”. Lo so che non è molto professionale ma io mi sono lanciato in una fragorosa risata che ha fatto voltare i presenti. Ho riso perché solo in quel momento ho capito che quella serietà e quell’ambizione del figlio di sei anni non erano uno scherzo o un modo di dire o un aneddoto inzuppato di umorismo o ironia. Stavamo, invece, parlando di cose serie e, nonostante la mia ilarità, la mamma è rimasta salda alla sua richiesta. “Lei ride, ma mio figlio vuole fare ingegneria navale sul serio. La sua è vera passione”, mi ha detto senza un lineamento della faccia fuori posto.  

E allora, davanti a quella pretesa inattacabile, io ho cominciato a fare quello che spesso non faccio e cioè (lo so, non è bello e non è professionale) ad arrabbiarmi. “Signora, se vuole ho libri sulle navi per bambini”, ho risposto. E quando lei ha rilanciato con un: “Libri per bambini? No, no, io voglio qualcosa di specifico o tecnico”, ho fatto una cosa (lo so, non si dovrebbe mai fare) che non faccio quasi mai e cioè ad arrabbiarmi molto. 

giovedì 24 novembre 2011

il segnapagine del 24.XI.2011

dello Scorfano edel Disagiato

Nonunacosaseria, Salvate il soldato Fassina: Io voglio un partito che discuta di questioni concrete. Per cui, ben vengano le prese di posizione delle varie correnti se stimolano il dibattito su questa o quella misura. Se invece si devono ridurre a rivendicazioni di tipo partitico / correntizio non sento proprio l’esigenza di produrre certi documenti. 
Leonardo, Potrebbe piovere: È anche vero che Berlusconi è una variabile indipendente, nel senso che è matto. Ma non è vero che i matti siano così imprevedibili, specie quando sono soggetti a fissazioni.
Cronache dalla libreria, Un pensiero profondo (soprattutto la fine): E mi piacciono i clienti (cioè a volte li detesto ma fa parte del gioco direi), anche i più difficili, anzi sono quelli a cui voglio più bene perché mi danno continui spunti per questo piccolo blog che mi dà tante soddisfazioni.
Un, due, tre, Via, Un cappotto verde: Ieri pomeriggio un uomo mi ha aiutato ad infilarmi il cappotto. Come nei film, come nelle regole del galateo, come nei libri di Jane Austen. Io ero lì e mi stavo goffamente infilando una manica con lo zaino strapieno che mi pendeva dall'altra mano e costui mi ha detto posso? e mi ha aiutato ad mettermi il resto.

Avviso ai naviganti

del Disagiato

Dopo essermi consultato con una persona esperta di leggi e cose simili ho deciso di cancellare il post pubblicato questa mattina. Chiedo scusa ai lettori e ai commentatori (uno dei quali, tra l’altro, saggiamente mi consigliava di cancellare il post). Scusate ancora.

Il lago tra le foglie

del Disagiato

A Iseo c'è un posto nel quale si vede il lago tra le foglie degli alberi. Ecco, quello è il posto che io preferisco.



Dopo pochi metri invece si vede il lago senza foglie.

mercoledì 23 novembre 2011

il segnapagine del 23.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Filippo Facci: Così giovani, così disponibili: È che certi direttori di giornale ricordano una vecchia battuta che circolava al Foglio: «Così giovani e già così disponibili». È l’autobiografia di una generazione di giornalisti, la mia. Cooptati, ma con entusiasmo. Smutandati e felici.
notiziole di .mau., auto italiane: Mica ho capito la storia delle auto italiane che non si trovano per i ministri. Per quel poco che so, le gare di appalto non possono fare discriminazioni tra beni prodotti nell'Unione. 
Renault4, Questa cosa non mi piace: Mi sono accorto che ogni tanto...
Alcuni aneddoti dal mio futuro, è permesso?: Basta uscire di casa due ore dopo e cambia tutto, è il sole alto che ti fa sentire improduttivo, probabilmente si tratta di un retaggio culturale. È sufficiente tornare indietro di pochi decenni, quando alle dieci e trenta uomini e donne erano già nei campi da un pezzo, insomma gli odori forti della nostra storia sono ancora nell’aria, non è difficile riuscire a distinguerli dal resto.

La televisione

del Disagiato


La vicenda dell'altro ieri, quella di La Russa che dà del coglione ad Ascanio Celestini in tv, è una vicenda televisiva e non culturale o politica. Mi spiego. Se durante il monologo, provocatorio, l’immagine fuori studio di La Russa non fosse stata accostata a quella di Celestini (come potete vedere nel video o direttamente nell’immagine messa a coronare questo post) non sarebbe successo quello che è successo. È stata tutta una questione di montaggio televisivo e spesso la televisione e la grammatica che la regge innescano quelli che poi vengono chiamati dibattiti sulla satira o sulla comicità. Ma secondo me, qui, in questo caso come in tanti altri casi, la satira e la comicità e la libertà di parola o di pensiero non c’entrano un bel nulla. Se il regista della trasmissione non avesse accostato la faccia del politico a quella dell’attore che stava parlando (perché se fate attenzione è in quel momento che La Russa si sente toccato), molto probabilmente il primo non avrebbe dato del coglione al secondo. E noi non staremmo qui a parlarne.

martedì 22 novembre 2011

il segnapagine del 22.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

diciottobrumaio, Gli economisti, mai stanchi: Sabato pomeriggio ascoltavo una signora, da poco tornata dagli Usa, la quale raccontava con un misto di raccapriccio e di sollievo (ritenendo che in Italia non succeda e non possa accadere) come nel suo viaggio abbia visto persone ultrasessantacinquenni, che quasi non si reggevano in piedi, al lavoro nei negozi e nei servizi, costrettivi dal fatto che la crisi ha dissolto i loro risparmi e li ha lasciati senza copertura pensionistica.
Non leggere questo Blog!, Gente che mandiamo in giro per il mondoRazzi risulta ancora "Consulente del Ministero dell'Agricoltura", e forse sarebbe il caso che Premier Monti andasse a verificare anche questo tipo di incarichi, cosa che farà sicuramente.
Limes, Rivoluzione egiziana, atto II: Dopo la caduta di Mubarak (ma gli intimi preferiscono chiamarla “farsi da parte”) i giovani di Tahrir, in assenza di un leader forte e rappresentativo di tutte le correnti, hanno accettato di cedere la guida della rivoluzione allo Scaf, che negli ultimi dieci mesi ha preso decisioni tutt’altro che rivoluzionarie perpetuando la gestione caotica e antiliberale dell’era del raìs.

Ci sono uomini

del Disagiato

Ci sono uomini come l’ex ministro Gianfranco Rotondi che li vedi subito che hanno qualcosa che non va e noti in loro una certa piccolezza d’animo dalle paroline che accostano ad altre paroline e dalle mezze frasi che accostano ad altre mezze frasi, quelle che molto probabilmente non finiranno mai in prima pagina o sulla bocca dei cittadini scontenti e piagnucolosi al bar. Ieri l'Unità gli ha fatto qualche domanda facile sul suo stato di salute nel Pdl, sullo stato di salute del Pdl e poi sulla Lega e sull’attuale governo tecnico e, insomma, quello che noi possiamo capire da questa intervista di fine novembre è che lui non è contento di questo governo tecnico perché, dice, "un governo che se dura 18 mesi ci costerà 11 milioni di euro di stipendi in più per i tecnici. Le mie tesi piacerebbero anche a l’Unità se fosse come nell’era del Pci”

Ecco, ha risposto questa cosa: 11 milioni di euro di stipendio in più, se dura 18 mesi. Ma le persone piccole piccole come l’ex ministro per L’attuazione del Programma di Governo si fanno sgamare, come ho già detto, dalle paroline e dalle frasi che stanno a lato e, in questo caso, da giudizi che io sinceramente non so dove sia andato a pescarli, l'ex ministro. Le sue tesi piacerebbero all’Unità se fosse come nell’era del Pci. 

lunedì 21 novembre 2011

il segnapagine del 21.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Andrea Sarubbi, La lega addosso: Oltre tutto, la battaglia contro gli immigrati non serve solo a recuperare i voti della destra nordista: serve pure a tenere unito un partito che, come hanno dimostrato le ultime settimane e gli ultimi congressi, ha più di un problema interno. Penso alla polemica tra Bossi e Tosi, per dire, e non mi stupisco quindi che il protagonista della storia di oggi sia proprio il sindaco di Verona.
L'orrizzonte degli eventi, Ministre in fuga: Se agli Academy Awards esistesse la categoria "Miglior Corto di Regime", questo video tratto da "Porta a Porta" vincerebbe di sicuro l'Oscar 2012.
Linkiesta, Psiconano, Meetup e Bersanetor, ecco la lingua dei grillini: Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle hanno un loro particolarissimo dizionario. Li si riconosce subito, appena aprono bocca. Nomignoli, storpiature, dispregiativi, epiteti, allusioni, neologismi. Parte di questo patrimonio lessicale è preso in prestito dal linguaggio spettacolare del comico sul palco, parte dai punti programmatici che ribadisce tramite il blog.
Sono storie, I am Jor-El (più o meno)Perché dal momento che quel piccolo esserino ti spalanca gli occhi addosso, o ti sfiora con una manina da lillipuziano, sei perso. Ogni cosa cambia.
e io che mi pensavo, Silenzio in Emilia: A Cuneo non arriva quasi mai, la nebbia. È un prodotto esotico, per noi. Probabilmente adesso tutto cambierà: arrivano i manghi e gli avocadi, vuoi che non arrivi anche la nebbia.

I genitori

del Disagiato

Tutti i bambini sono speciali. Me lo dicono le mamme e i papà che entrano in libreria e che cercano per il figlio piccolo un libro sugli animali o sulle automobili o sullo sport o sull’astronomia o sui pesci. “Ma un libro non proprio per bambini”, mi dicono, “perché lui è già avanti rispetto alla sua età”. Se il bambino a cui si vuole fare un regalino ha sette anni, bisogna mostrargli un libro per bambini di dieci o undici anni. E allora, pressato dall’orgoglio smisurato del genitore, io mostro un libro destinato ai bambini di dieci o undici anni. “Beh, adesso non esageriamo”, mi dice la mamma (o il papà, ma di più la mamma). “Questo libro magari il Marco non me lo legge”. Allora mostro un libro che può benissimo essere letto da un bambino di nove anni. “Mmmm, non so. Forse anche questo è troppo”, dice la mamma. E allora finisce che alla mamma o al papà che ha un figlio di sette anni, mostro un libro che può essere letto da un bambino di sette anni. “Ecco, questo va benissimo. Grazie davvero”, mi dicono.

Insomma, a sentir loro, le mamme hanno figli che dimostrano qualche anno in più della loro età, bambini di sei anni che dimostrano dieci anni. Ma poi, ripeto, la mamma esce dal negozio con un libro su misura. Niente di più, niente di meno. 

domenica 20 novembre 2011

il tenero renato

di lo Scorfano
L'ex ministro Renato Brunetta , tra i nostri ex governanti berlusconiani, appare senz'altro uno dei più stizziti e livorosi nei confronti del nuovo governo Monti. Le sue dichiarazioni non si contano, in queste ore: dal meravigliosamente melodico «viva Brunetta, viva Gelmini, viva la legge di stabilità!», al fantasioso «Il governo Berlusconi è stato un dei migliori governi della storia» tanto che «Monti dovrebbe ringraziare»; dal minaccioso «li analizzeremo uno per uno [i sottosegretari] e faremo loro gli esami del sangue», al lamentoso «tutta colpa di Tremonti», fino al profeticamente sinistro «nel discorso di Monti ho trovato l'80 per cento di cose nostre e il 20 per cento di quelle che avremmo voluto fare e non siamo riusciti a fare».

Però, onestamente, io la capisco un po' tutta questa livorosa stizza dell'ex ministro Brunetta. Perché, io credo, la Carfagna e la Gelmini non pensavano mica di essere esperte di nulla, prima di diventare ministre (o forse di qualcosa sì, ma del tutto extraministeriale, diciamo); e La Russa e altri come lui se ne fregavano della competenza e pensavano soltanto alla poltrona.

Le cose che cambiano

del Disagiato

Avete presente quando state guidando e nell’altra corsia una macchina vi fa i fari perché più in là, nella vostra direzione, c’è una pattuglia dei vigili o dei carabinieri o della polizia o della finanza? Ecco, a me capita spesso di guidare e di incrociare qualcuno che mi avvisa con i fari di stare attento e allora io penso se ho pagato l’assicurazione, se ho i fari ben funzionanti, se ho messo la cintura di sicurezza, se ho le gomme troppo lisce e se poco prima ho bevuto un bicchiere di birra o no. E poi, a seconda di tutto questo, tiro dritto o vado avanti, a posto con la coscienza o meno. E pure a me è capitato di lanciarvi un segnale con i fari, se nella vostra direzione c’è un posto di blocco. Mi è sempre piaciuto questo intendersi, questo darsi una mano, questo dirsi tra automobilisti: “Stai attento che qualche metro più in là c’è la legge che ti controlla”. Complicità, si chiama. Ci si aiuta un po’, mi verrebbe da dire.

Quando devo fare benzina io non riesco a stare in macchina. Cioè, non riesco a fermarmi, ad aspettare che arrivi il benzinaio, ad abbassare il finestrino e poi dire: “Mi faccia venti euro, per favore”. Non riesco proprio. Mi fermo, scendo, svito il tappo del serbatoio prima che arrivi il benzinaio, saluto il benzinaio che nel frattempo si è avvicinato, dico quanto carburante voglio, guardo il cielo, faccio una considerazione sul tempo, pago, saluto, risalgo in macchina e poi, da sempre, attendo quel gesto della mano del benzinaio che sta tra il saluto e il “io ho finito, adesso puoi partire”. Insomma, non sono mai stato capace a starmene in macchina mentre il benzinaio fa benzina. Chissà perché.

sabato 19 novembre 2011

il segnapagine del 19.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Michele Dantini, Ministro senza tecnica: La nomina di Lorenzo Ornaghi a ministro dei Beni culturali suscita perplessità istituzionali e politiche. Perché il solo ministro non tecnico del governo Monti è assegnato ai Beni culturali? Mancavano forse in Italia, in ambito storico, letterario o specificamente storico-artistico e archeologico, candidati autorevoli?
Francesco Costa, In difesa di Enrico Letta: Io penso che quel biglietto rappresenti una buona notizia. Per una volta, una comunicazione privata divenuta accidentalmente pubblica non ci dice niente che non sapevamo già.
Luca De Biase, Mario Monti ... un bagno di realtà: Il tono del discorso, nel corso della gran parte del primo decennio del terzo millennio, almeno in Italia, è stato orientato a innalzare costantemente le aspettative, a mantenerle alte con una quantità di frasi dense di promesse di benessere materiale, a solleticare i più bassi istinti le più immediate voglie, sollecitando la convinzione che si potessero soddisfare facilmente.
Tempo reale, Il presidenzialismo Truffa: A una cosa almeno è servita questa lunga e micidiale agonia del governo, inutilmente trascinata per undici mesi, quando era evidente dal 14 dicembre e dalla maggioranza burla costruita con gli strapuntini ministeriali per i Peones in saldo.

Chi si ispira a chi

del Disagiato

Ieri Luca Sofri ha scritto un post sulla qualità dei programmi radiofonici e televisivi che comincia così: Ci sono diversi programmi radiofonici e televisivi che in questi anni hanno tratto idee e successi dall’incialtronimento circense della politica, e ci hanno costruito format intorno, divenendo parte e complici di quell’incialtronimento, e suoi allevatori, per quanto fingessero di prenderne le distanze e di deriderlo (Striscia la notizia fu il primo). Prendo spunto, tirato per i capelli, proprio da queste prime righe per evidenziare un’idea che ho in testa da parecchi anni e cioè che è la cattiva politica (“l’incialtronimento circense della politica”) che spesso ha tratto idee e successo da diversi programmi radiofonici e televisivi. Sperando di non far ridere quelli che in questi giorni hanno stappato le bottiglie per l’arrivo, finalmente, di una nuova politica, io penso che Berlusconi non sia la causa dei mali dell’Italia ma la conseguenza. Me ne rendo conto che queste parole risultano noiosette (infatti sto sbadigliando io che le ho appena scritte, figuriamoci voi che le state leggendo), però non riesco a pensarla diversamente. 

schiavi e indisciplinati

di lo Scorfano

 
Della disciplina si può dire tutto il male possibile, è ovvio, è talmente ovvio che è quasi diventato un luogo comune. È parola brutta, che suona male, che sa di vecchio, che sa di schiavitù e soprattutto di repressione. E oggi, dopo diciott'anni di governo (o quasi) del sedicente partito delle libertà, tutto quello che sembra sapere un po’ di schiavitù finisce per avere un cattiva reputazione, per suonare stonato entro il concertino circense che ci stanno propinando. Anche la disciplina, quindi.

Eppure, la disciplina ha qualcosa che dovrebbe farcela amare, almeno un po’.

Intanto perché viene dal verbo latino disco, che significa “imparare”; e imparare è cosa sempre bella, sempre necessaria, senza la quale non si cresce e dunque non si è liberi. Ed ecco allora che c’è qualcosa che non va in quelli che si immaginano la disciplina come una vecchia schifosa parente della schiavitù. Che anzi, ve lo confesso io che la conosco, la disciplina è giovane e carina. Ed è simpatica. Ed è, in confidenza, anche sessualmente assai attraente.

venerdì 18 novembre 2011

il segnapagine del 18.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Suzukimaruti, Vita quotidiana del cittadino italiano dal 12 novembre 2011 in poi: Passano poche ore dalle sue dimissioni e Berlusconi già ci manca: la vita senza cattivi esempi è più dura, l’autostima senza termini di paragone di infimo livello è più difficile da conquistare, la salutare pratica dello spurgo quotidiano dell’indignazione diventa sempre più difficile da praticare.
Tinni, Fabio Volo: Qualche settimana fa un amico mi ha prestato un libro di Fabio Volo, sostenendo che mi avrebbe fatto bene leggerlo. E io, che l'avevo sempre sentito criticato od osannato (specie la prima, a dire il vero, visti gli ambienti che frequento) senza mai averlo aperto, ho deciso di lanciarmi in questo esperimento antropologico.
Metilparaben, No, che non sono entusiasta: Ora, io spero sinceramente che questo esecutivo si comporti nel migliore dei modi possibili: però acclamarlo come il governo che ho sempre sognato, quello che può dare al paese la svolta di cui avrebbe bisogno, mi parrebbe un tantino grottesco.
Ufficio reclami, Il lavoro dei tuoi sogni: L’annuncio che segue è stato pubblicato settimane fa da una nota azienda alla ricerca di personale (leggi: commessi) per l’apertura di un nuovo negozio. Il lettore dovrà indovinare di quale nota azienda si tratta...
Candido, Non me la sento di esprimere un giudizio sul governo Monti: La quantità di elogi sperticati che vengono intessuti a maggior gloria di questi ignoti tecnici sono il segno che nessuno sa davvero chi siano e pertanto tutti ne parlano bene per non sfigurare in società...

«i politici»

di lo Scorfano

Oggi, quando sono entrato nella classe dei miei loquacissimi quindicenni (quelli dell'ortografia), si è alzata una mano e una voce mi ha chiesto: «Mi scusi, prof: cos'è esattamente un "governo tecnico"?». Io sono rimasto un attimo perplesso: dovevo spiegare il cursus honorum, in realtà. Poi ho visto che tutti erano attenti alla domanda e alla risposta; e ho pensato che sono anche il loro insegnante di storia (e geografia ed educazione civica) e allora ho provato a spiegare, come potevo.

Ho detto che è un governo il cui presidente e i cui ministri non sono uomini politici eletti tramite elezioni, ma sono esperti del settore di cui si occuperanno; è questo che significa l'aggettivo "tecnico". Però ho anche subito aggiunto che saranno i politici, in Parlamento, a dare fiducia a questo governo e quindi a permettergli di governare. E che quindi la politica c'entra sempre.

E uno ha detto: «E se i politici non gli danno quella fiducia?»

Al circo

del Disagiato

Il mio amico Alberto fa volontariato, oltre a lavorare e a fare quello che fanno tutti i comuni cittadini. "Seguo ragazzi disabili”, dice lui a chi gli chiede in cosa consiste il suo “fare volontariato”. Seguire ragazzi disabili sta nell’accompagnarli al cinema, in città a fare due passi, a mangiare una pizza o, quando non fa troppo freddo e i genitori sono d’accordo, un gelato. Non sempre è facile, fare tutto questo, perché spesso qualche ragazzo è troppo esuberante, perché qualcuno, a un certo punto e senza alcun motivo, si toglie una scarpa e perchè qualcun altro, come è comprensibile, non ha il temperamento e il sistema nervoso per starsene in una sala cinematografico per due ore. Ma Alberto, che, come si suol dire, è un ragazzo di cuore, ci prova. E queste cose le fa bene, con un pizzico di entusiasmo e gratuitamente. Domenica Alberto e altri volontari hanno accompagnato al circo i ragazzi.

Si sono incontrati tutti quanti, hanno raggiunto il circo in macchina, hanno mostrato i biglietti pagati poco grazie ad un'iniziativa del McDonald’s e poi si sono sistemati tutti in quella porzione degli spalti in cui (e lo sto dicendo male, lo so) si può fare il volontariato. Perché, appunto, mentre animali e domatori si esibivano c’è chi si alzava per andarsene (e Alberto doveva tenerlo fermo), c’era chi si toglieva senza motivo una scarpa, c’era chi urlava alla bella ballerina qualche apprezzamento e c’era chi si distraeva con il cellulare (“ai genitori devo dire che non voglio cellulari”, mi ha detto Alberto seccato, l’altra sera). Insomma, Alberto ha cercato di far divertire questi ragazzi al circo. “E, tutto sommato, ci siamo divertiti”, mi ha detto lui. 

giovedì 17 novembre 2011

il segnapagine del 17.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Alberto Bisin, Il boss: Lo chiamavamo "il boss". Non perché avesse toni o atteggiamenti mafiosi, tutt'altro, ma perché i suoi (e i nostri) comportamenti non davano adito a dubbi su chi stesse sopra e chi sotto nella gerarchia. Monti era il boss.
Winckelmann in Venedig, La faccia come il culo: Nella mia terra natìa, avere la faccia come il culo significa non conoscere vergogna, far qualunque cosa senza scrupoli e senza pudore. Il titolo di questo post, quindi, non è un apprezzamento estetico nei confronti della madama qui sopra ritratta (seppure), ma un giudizio etico.
Francesco Costa, La fine di IdV come la conosciamo: È una previsione politica ed è azzardata, e quindi non escludo di essere smentito dai fatti tra qualche mese. Ma secondo me il governo Monti rappresenta l’inizio della fine di Italia dei Valori come la conosciamo.
Giulio Zanella, Brunetta, una degna conclusione: Brunetta non solo non ha fatto nulla di quanto aveva detto di fare per cambiare la PA (vedere qui, qui, e qui) ma anche sul fronte della riduzione delle assenze dei dipendenti pubblici (uno dei principali punti sui quali si è speso come ministro) non c'è traccia delle mirabolanti riduzioni che egli continua a reclamare.

"Lo so a cosa stai pensando"

del Disagiato

Ieri pomeriggio una mia collega mi ha chiesto con sottile ironia cosa mai pensassi delle vicende politiche di questi giorni. L’ironia stava nel fatto che lei conosce la mia posizione (cioè sapeva e sa bene che da casa e dal negozio non ho mai sostenuto Silvio Berlusconi) e nel fatto che lei sa che io so che lei in questi anni, da casa e dal negozio, ha sostenuto Silvio Berlusconi. Quindi, come avrete capito anche voi, la domanda era in qualche modo bonariamente provocatoria. Io ho sorriso, le ho detto che ero contento (“anche se contento non è il termine adatto”, ho aggiunto), lei ha ribattuto con un “vediamo adesso cosa combinate voi altri” e via di questo passo con una semiseria e breve discussione da autobus. In libreria, per colpa del mestiere da fare e del tempo da occupare in altro modo, le discussioni politiche assumono per forza di cose la forma della discussione da autobus, e va bene così. Meglio di niente. Tanto, poi, rimaniamo commessi ed esseri umani molto ma molto simili per sette ore al giorno, domenica compresa. La pizza e i film tristi, fuori dal centro commerciale, li condividiamo con i nostri simili, ma i libri e la malinconia degli scaffali no, quelli ce li dobbiamo spartire tra di noi dissimili, se mi passate l’espressione.

due indovinelli

di lo Scorfano

Quando arriva il bidello e pronuncia la sigla che identifica la classe in cui sono chiamato a fare un'ora imprevista di supplenza (indirizzo professionale, sedici anni in teoria, ma molti pluribocciati, in realtà), quella sigla provoca in me sensazioni sinistre. Acuite, peraltro, dallo sguardo malvagio del bidello medesimo, che infatti, dopo qualche secondo, passandomi il registro di classe, mi dice: «Ah, professore, che bella classe che le è capitata! Dei veri energumeni! Come si divertirà, vedrà...» E se ne va.

Io percorro i corridoi che mi separano dall'aula a cui sono destinato sbirciando il suddetto registro di classe. Le note coprono tutto, anche lo spazio per le assenze e le attività svolte. «Il tale ha sputato dalla finestra»; «Il talaltro ha ruttato durante la lezione»; «Il tal terzo ha risposto "fatti i cazzi tuoi" all'insegnante»; «Il tal quarto è uscito dall'aula alle ore 9.30 e dopo due ore non è ancora rientrato»; e via così, di settimana in settimana, di sospensione in sospensione, senza sosta. E quindi, mentre cammino lungo i tenebrosi corridoi, sento le braccia che mi tremano un po' e provo a respirare con calma e penso che i primi sessanta secondi saranno quelli decisivi. E, a quel punto, entro nella tanto spaventosa classe. 

mercoledì 16 novembre 2011

il segnapagine del 16.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Antonio Menna, Qui nessuno è innocente: Ieri mattina, a Caserta, è stato arrestato un consigliere regionale del Pd. Si chiama Enrico Fabozzi, è stato sindaco di Villa Literno, una triste striscia di terra una volta coltivata a frutti, oggi seminata a rifiuti tossici. E’ accusato di aver preso voti dalla camorra. 
Leonardo, La badante e i professori: L'antiberlusconismo è tutto qui: ostinarsi a credere che Berlusconi non sia un difetto della democrazia, ma uno che la democrazia l'ha pervertita dal primo istante in cui si è candidato (illegalmente) e le sue emittenze (ammucchiate illegalmente) hanno cominciato a inviarci consigli per le elezioni. 
La Locomotiva, C'è nazismo e nazismo: Le linee guida emanate dal Governo Berlusconi circa la già pessima Legge 40 vietano la diagnosi preimpianto dell’embrione, perché secondo il legislatore si sarebbe trattato di “selezione della razza”.
Tinni, Dux: La giovane insegnante di ripetizioni promette bene. E' sempre puntuale quando arriva scattante a bordo della sua panda rossa e oltrepassa sgasando un po' il grande cancello di ferro battuto che reca sulla sua sommità, trionfali, le iniziali dei cognomi delle due famiglie ivi riunitesi in vincolo matrimoniale.
Luca De Biase, Monti e Passera: sviluppo è modernizzazione: Uno dei messaggi contenuti nella scelta dei ministri del professor Mario Monti è l'idea secondo la quale lo sviluppo economico italiano coincide con la modernizzazione delle infrastrutture.

nemmeno l'odio

di lo Scorfano

Non c'è nemmeno la malinconia dell'addio, guarda. Non c'è quel senso del tempo trascorso e destinato a non ritornare più, anni della nostra vita che se ne sono andati, non c'è quel sapore di amara dolcezza che ogni commiato porta inevitabilmente con sé. C'è solo un rassegnato sospiro di sollievo, invece. E non è per i neutrini del tunnel inesistente e nemmeno per quel Fogazzaro, peraltro così veniale, che è servito solo al mio quarto d'ora di celebrità sotto falso nome. Non è questo.

È piuttosto il casino, e lo dico volontariamente con parola triviale. Il casino che hai fatto ogni volta, in ogni occasione, per ogni presunta novità che introducevi, fosse stata essa il voto in condotta che faceva media o la necessità di tutte le sufficienze per essere ammessi all'Esame o l'obbligatorietà dei test Invalsi. Mai niente di chiaro, mai un decreto che fosse immediatamente comprensibile: solo comunicati deliranti dei funzionari del tuo ministero, e poi tue interviste che negavano quei comunicati, e poi nuovi comunicati che negavano le interviste. E ancora circolari in ritardo, dichiarazioni enfatiche sul merito e il rigore, mentre nella sostanza noi restavamo semplicemente a combattere con la cronica mancanza di fondi, con i tagli a tutto e dappertutto e con gli alunni e le famiglie degli alunni sempre più disorientati.

Non ce lo siamo mai meritati un datore di lavoro come te, davvero.

Alessandra

del Disagiato

Ieri con una mia collega non mi sono comportato bene e non dico che abbiamo litigato, non si tratta di questo, ma abbiamo discusso tenendo molte questioni in sospeso per mancanza di pazienza o forse complicità. Siccome una collega a giorni lascerà definitivamente il negozio e siccome con il Natale là in fondo, all’orizzonte, il traffico di clienti e l’arrivo di libri e altri articoli aumenterà, il titolare ha deciso di assumere per questi mesi una ragazza che si chiama Sara. Sara era una nostra cliente e questo per dire che già conosce la libreria, i reparti, le case editrici, l’atmosfera, il traffico insalubre del centro commerciale e noi. L’aver già frequentato la nostra libreria è assai diverso dall’averci lavorato, però, diciamo, aiuta. Infatti Sara più o meno sa dove sistemare i libri, più o meno sa dove trovarli e più o meno sa quale condotta avere con il cliente. Più o meno, appunto. Sara spesso sbaglia a sistemare i libri, spesso non trova i libri e spesso non sa cosa rispondere al cliente che chiede un libro sul cane lupo o sul tiro al piattello. Normale? Normalissimo. Se non avete mai venduto e sistemato libri, non potete sapere subito come si fa a vendere e a sistemare libri. Dovete imparare il mestiere, insomma.

La mia collega Alessandra ieri ha scoperto che Sara ha messo i fumetti di Asterix dove ci sono i libri per l'infanzia invece che nel reparto Fumetti e saputo questo si è arrabbiata tantissimo. Ha fatto il gesto del pugno, è diventata rossa in faccia e ha detto: “Ieri le ho spiegato dove devono essere messi i fumetti e invece niente, guarda cosa ha fatto”. Io all’inizio ho sorriso e poi, vedendo la faccia sempre più rossa dalla rabbia, le ho detto di stare calma, che non è successo niente di grave. “Non arrabbiarti. Lo sai che sta imparando”, le ho detto per riportare un po’ di lucidità. “Lo so che sta imparando, ma se io le spiego che i fumetti devono andare in un posto lei li deve mettere in quel posto. Appena arriva in negozio, mi sente”, ha detto ancora Alessandra.

martedì 15 novembre 2011

il segnapagine del 15.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Scacciamennule, I peggiori: Comoda l'opposizione, vero? Adesso potranno ricominciare il gioco allo sfascio: il parlamento padano, il dio Po. Qualche mese ancora e potranno ridare la colpa dei problemi agli immigrati, e dire "eh, quando c'era Maroni gli immigrati erano diminuiti, e ora guarda qui, non se ne può più di questi extracomunitari!"
Malvino, Il “voto rinforzato”: Sembrerà paradossale a voi, che siete anime semplici, ma in certi cervelli sopraffini comincia a farsi strada la convizione che la democrazia sia messa in pericolo proprio da quella parità di diritti che fino a ieri un luogo comune voleva che ne fosse il fondamento.
Matteo Pascoletti, Democrazia, mercati e governo tecnico: Si parla di “mercati” senza mai specificare che cosa siano, senza mai citare nomi di gruppi finanziari, come se fossero entità astratte e intoccabili. “Bisogna placare i mercati”, si scrive e si dice, così come in tempi antichi si sarebbe detto “bisogna placare gli dèi”.
Plus1gmt, Sosta: Stamattina fa freddo, meglio tenere il finestrino aperto solo due dita, il minimo indispensabile per fare uscire il fumo della sigaretta. Che già fumare a quest’ora, chiuso nell’auto accesa per riscaldare l’abitacolo ma ferma nel parcheggio sotto il portone, significa omaggiare il resto del pianeta di una dose doppia di smog.
Paolo Nori, A cosa serve Trenitalia: Le notti bianche, per come le capisco io, son delle notti che dall’alto, il sindaco, per dire, ti ordina di uscire e di star fuori tutta la notte; il giorno della memoria è un giorno che dall’alto, il parlamento, per dire, ti ordina di ricordare e ti dicono anche che cosa, devi ricordare.

Non hanno la pretesa di essere recensioni?

del Disagiato

Da domenica il Corriere della Sera ha un nuovo supplemento culturale: su carta si chiama La lettura, online invece Il Club della Lettura.
Abbiamo pensato al Club della Lettura – che parte oggi in contemporanea al nuovo supplemento culturale del Corriere della Sera – come a un luogo dove le idee dei giornalisti circolano insieme a quelle dei lettori e degli autori. Un social network esclusivo dove scambiare opinioni, informazioni e – forti delle tradizioni e dell’autorevolezza del nostro passato – provare a costruire insieme la cultura di domani. Saremo una community che coltiva insieme la passione per la letteratura, i nuovi linguaggi, l’arte, la fotografia, le mostre, la graphic novel.
Siccome mi sono perso la versione cartacea del supplemento, ho buttato un occhio al Club della Lettura e soprattutto alle recensioni di Antonio D’Orrico. Le recensioni, senza farla lunga, le trovo bruttine per l’assenza di un’analisi, anche superficiale, del testo. Faccio un esempio. D’Orrico ha già letto tutto l'ultimo romanzo di Stephen King (ne sentivamo proprio il bisogno della recensione di un libro di S.K?), che è arrivato in libreria la settimana scorsa e che ha più di 700 pagine. 

il collega mario, la collega rita

di lo Scorfano

Tutti gli uomini, per loro natura, sono fallibili (sono anche mortali, in effetti: ma questo, ora come ora, mi interessa di meno). Pertanto, in quanto fallibili, tutti gli uomini, prima o poi, falliscono. Cioè commettono errori, sbagli, si comportano in modo superficiale, trascurano dettagli che forse non erano dettagli, pasticciano. È così ed è normale che sia così: e vorrei ogni tanto ricordarlo a tutti i miei colleghi che invece, in tutta evidenza pensano che no, che alcuni uomini (o donne) non commettano mai errori. E, generalmente, quando questi miei colleghi pensano che alcuni uomini non commettono errori, si stanno riferendo, guarda un po' il caso, a loro stessi.

Ma tutti gli uomini sbagliano, invece, per definizione: anche «loro stessi». Eppure, chi pensa di non sbagliare mai è lo stesso che in genere pensa che ci sia qualcun altro che sbaglia sempre (proprio sempre), secondo un'altra petizione di principio che, naturalmente, non ha alcuna probabilità di essere realistica. E allora succede questo: succede che nei consigli di classe, dove si dovrebbe parlare magari dei ragazzi, si discute di noi stessi, di chi ha sbagliato sempre e di chi non ha sbagliato mai.

Succede pertanto che il collega Mario pensa che la collega Rita sbagli sempre, qualunque cosa dica o faccia; mentre la collega Rita ritiene che sia il collega Mario a sbagliare sempre, in ogni occasione.

lunedì 14 novembre 2011

il segnapagine del 14.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Cattiva maestra, Il sistema patonza: Oggi a pagina 14 di Repubblica c’è la pubblicità di una modella in reggiseno che dà il commiato all’ex PresdelCons. L’iniziativa è di una azienda che produce intimo ed è un interessante cortocircuito...
Non ne so abbastanza,  Sovranità popolare e mercati finanziari: Affermare che il Governo Berlusconi sia caduto per effetto della speculazione finanziaria è, semplicemente, falso. Il Governo Berlusconi è caduto per ben altri motivi: è caduto perché in buona sostanza non è esistito e non ha governato. 
La Tigella,  Perché non è la fine e perché non voglio festeggiare: Solo due settimane fa il 25,1% degli interpellati da Swg dichiarava la propria intenzione di votare PdL. Quando saranno resi noti i sondaggi realizzati in questi e nei prossimi giorni scopriremo che questa percentuale non sarà diminuita sensibilmente né, tanto meno, si sarà azzerata.
Alessandra Daniele, Il Generale Inverno: L'evidenza è ormai innegabile. L''Italia non è matura per la democrazia. Sono ancora troppo forti i legami tribali, le faide interetniche, le reti del narcotraffico, l'influenza nefasta dei leader religiosi, la corruzione sistematica, lo strapotere dei capi tribù.
Freddy Nietzsche, Taveggiare pallido assorto: Al Corriere sono così: non vogliono il baccano, il bailamme, la gazzarra. Quello che fanno normalmente, prevedibilmente, comprensibilmente le persone non è rilevante; rilevante è quello che avrebbero dovuto fare se si fossero comportati da bambini buoni, educati, per bene.
Step by step, Ma Berlusconi non finisce qui: E ciò significherà che, nostro malgrado, continuerà a farci sentire la sua voce, a dare la colpa agli altri – dalle sinistre all’euro passando per la Bce (che pure avrebbe potuto salvarlo) – a lanciare proseliti tramite i Promotori della Libertà, a fare cioè quello che gli è sempre riuscito meglio: casino. 

coppie

di lo Scorfano

A volte i genitori vengono ai colloqui da me (insegnante dei loro figli) in coppia: madre e padre insieme. Mi ascoltano e ogni tanto si guardano l'un l'altro. Poi uno dei due interviene ed è quasi sempre la mamma a parlare per prima: a dirmi come è il figlio e quali sono le difficoltà che il figlio racconta, quando torna a casa, o quelle che loro due vedono, anche se il figlio non racconta niente. Poi magari interviene anche il padre ed è facile che ripeta spesso quello che ha detto la madre, anche se il tono, spesso, è meno indulgente.

Mi capita di frequentedi pensare che ci sono due tipi di genitori, tra quelli che vengono in coppia ai colloqui da me, insegnante dei loro figli. Ci sono quelli che quando parlano dicono «noi», anche se parla uno solo per tutta la durata del colloquio; e poi sono quelli che quando parlano, anche se sono in due e chiunque dei due stia parlando, dicono «io». E a volte mi capita anche di pensare che i figli dei genitori che dicono «noi», quando parlano con me, anche se a parlare è solo uno di loro due genitori, quelli sono ragazzi che, se ho fatto bene i conti, vanno leggermente meglio in latino.

Sabbia

del Disagiato

Non so da quanti anni è che vorrei mettere in ordine i miei dischi. Ogni mese mi dico: “Adesso metto a terra tutti i cd e poi decido un ordine, una sistemazione decente”. Ordine alfabetico. Ecco, sì, mi sembra la cosa migliore. E invece i dischi se ne rimangono figli di nessuno, soli e dispersi, scollegati e vestiti di polvere o graffi. Rimando. Rimando come rimando tante altre cose ad altro mese o ad altra stagione. Non è così per i libri, invece. I libri tendo a difenderli e proteggerli, perché intimamente so che questi libri addormentati su scaffali Ikea senza di me non possono farcela a sopravvivere, a esistere vita dignitosa. E poi chissà perché questa strana idea. Chissà perché reputo i dischi più forti dei libri, assai più indipendenti e meno vulnerabili. Deformazione professionale, vorrei dire. Ma invece non penso che la professione c’entri qualcosa. È solo che le pagine ingialliscono, le copertine si piegano, i titoli degli stessi autori si allontanano nei mesi, durante le piogge di primavera, dopo le cene d’inverno, quando si aspetta che il caffè venga a galla e intanto si danno rapide letture, si strappano frasi da questo libro e poi da quello. E poi si ripone il libro negli spazi sbagliati e si beve il caffè, si fa una telefonata, si esce e il tapis roulant che è la vita scorre e noi dimentichiamo di sistemare e risistemare. Non solo i libri, ovviamente, ci si dimentica di risistemare.

Allora l’altra sera mi sono messo davanti alla libreria e ho rimesso a posto un Tondelli con altri Tondelli, Conrad insieme ai Conrad, Primo Levi insieme a tutti i Primo Levi e poi mi sono fermato con l’occhio, paziente, di fronte a Calvino. Io guardavo lui e lui guardava me, in ordine, senza nessun volume mancante. E da quanto tempo è che non leggo una pagina di Italo Calvino? Da quanto tempo è che non mi rivolgo a lui? E li ho fatti scorrere tutti, i suoi titoli, e mentre li scorrevo sapevo che il mio amore, su tutti, andava a un libro rilegato e consumato anni prima: I libri degli altri. E come è possibile, mi sono chiesto l’altra sera, che tra tutti ami proprio quella raccolta di lettere scritte da Calvino? Il barone rampante non è forse un romanzo eccezionale? E sui Sentieri dei nidi di ragno non ho forse mosso tante volte i muscoli della faccia? 

domenica 13 novembre 2011

il segnapagine del 13.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

LGO, La sbronza triste: Sarà che alla fine non è stato merito nostro. Ah, sì, a me sarebbe piaciuto sapere che un po’ di merito ce l’avevamo, che alla fine noi italiani, io e tu e anche tu, in uno scatto di orgoglio, in un rigurgito di dignità, avremmo avuto modo di convincerci che B non ci poteva rappresentare...
Claudio Lagomarsini, Il foglietto di Berlusconi. Filologia e attualità: Come si concilia, all'atto pratico, la prospettiva di chi svolge ricerche su fatti, oggetti e persone lontani almeno sette secoli con quella di chi si occupa di problemi recentissimi (distanti, in media, qualche ora)? Che cosa può insegnare, poniamo, uno specialista della lirica galego-portoghese del XIII sec. ad un giornalista costantemente "sulla notizia"?
Il comizietto, A cosa serve?: La cosa importante tuttavia è che ci sia uno studio fine a se stesso: per scoprire il mondo, per ricercare la bellezza, per giocare, perché sì. Senza questo studio non c’è modo di sperare in qualche novità.
Present t, Nuovo giorno?: Perciò ieri no, non sono andata in piazza del quirinale. E no, non mi sono fatta riprendere dalle telecamere, avvisando amici e parenti "ehi, mi vedete, sono qua!" (forse è facile morale, ma non è anche questo un reiterarsi dei modelli di cui sopra?)

ci mancherà?

di lo Scorfano


Io dico di sì, e lo penso davvero. E sono anche pronto a scommetterci, che ci mancherà. E non perché lo rimpiangeremo, ci mancherebbe: questo no senz'altro, anche perché non sapremmo bene cosa rimpiangere, ché in fondo, alla fine dei conti (sempre sperando che questa sia davvero la fine) non è mica ben chiaro cos'abbia fatto di buono. E anche, in verità, perché poco ha fatto in generale, oltre che occuparsi degli affari suoi e far perdere a noi troppo tempo prezioso.

Ma ci mancherà lui, nella sua terrea maschera di potente. Perché tutte le cose e le persone, nel male o nel bene, quando occupano la scena per tanto tempo, dopo ci mancano: perché lasciano un vuoto. E questo vuoto ci farà ricordare di lui, per molto tempo: non per settimane, secondo me, ma proprio per mesi. E questo vuoto che lui lascerà, inevitabilmente, ci dirà sussurrando che lui ci sta mancando. Che non possiamo mica sostituirlo con Angelino Alfano o con Lamberto Dini, via, non scherziamo! Alfano non è nessuno in confronto a lui. Lui, altro che Dini, altro che Alfano.

Anche perché l'uomo, bisogna ammetterlo, era generoso assai.

sabato 12 novembre 2011

il segnapagine del 12.XI.2011

dello Scorfano e del Disagiato

Girolamo De Michele,  S'ode a destra uno squillo di banca: In altri termini, il Governo Berlusconi ha, da un punto di vista giuridico, venduto alla BCE la Fontana di Trevi, garantendo l'attuazione di norme che non sono mai state varate. Con l'opposizione di una vasta parte del mondo scolastico, che ha resistito a macchia di leopardo all'imposizione dei test Invalsi.
ilNichilista, Due parole sul governo Monti: Che un simile governo sia concettualmente impresentabile è piuttosto chiaro. Del resto, deve limitarsi a eseguire: quindi non ci saranno grosse occasioni per scontri sui massimi sistemi. O così o si salta per aria. Sbagliato, inaccettabile, ma è così. 
Nonunacosaseria, Patente e sigarette: Parto da un presupposto: qualsiasi governante, anche il più inetto, se non è in totale malafede qualcosa di buono, sia pure involontariamente, lo combina. E, talvolta, questo qualcosa di buono rimane ai posteri. 
La versione di Chamberlain, Io non so se sono ancora capace: Non so se sono capace di vivere senza B. Non mi ricordo come si fa. Diciassette anni passati a smadonnare, quasi ogni mattina di ogni santo giorno, per quei due centimetri di cerone e per quello che sarebbero riusciti a creare. Bestemmie, sbronze tristi.