mercoledì 18 gennaio 2012

Tutto fumo

del Disagiato

Poco prima dell’ultimo giorno dell’anno ho visto il direttore del centro commerciale parlare da solo. Io camminavo per i corridoi in quel momento poco affollati e dietro a una colonna, un po’ nascosto da chi, come me, era in quel momento di passaggio, ho visto il direttore che gesticolava e balbettava con lo sguardo verso il pavimento. Fingendo di guardare una vetrina, l’ho spiato. Di lui vi ho già parlato parecchio tempo fa: il direttore mette cravatte orrende, fa il bulletto con le commesse e si dà da fare per risollevare il morale del centro commerciale. Le sue iniziative, tutte, hanno una stessa finalità: portare sul palcoscenico una bella ragazza. O due belle ragazze o tre o quattro e via dicendo. L’’ultima iniziativa proposta dalla direzione del centro commerciale prevedeva una festa in maschera ben organizzata: a salire sul palco e a passeggiare per i corridoi c’erano professionisti vestiti da poliziotto, da Batman, da rocky, da joker, da un qualche personaggio di Star Trek che io non conoscevo e poi tante donne seminude che volevano imitare non ho capito chi. Un mio collega ha detto: “ci tocca lavorare in un puttanaio”. Ecco, magari l’espressione è sin troppo forte e magari anche difettosa, ma quel pomeriggio il centro commerciale era un puttanaio. Non saprei trovare definizione più azzeccata.

Insomma, come vi dicevo da quando è entrato in scena lui, un anno più o meno, l’andazzo è questo: feste e donne. E quindi: le donne e i comici di Zelig (il direttore è fissato pure con i comici di Zelig) attirano gente? Non tanta, ma un pochino sì. E comunque, come potete immaginare, la desolazione e i difetti di un centro commerciale un po’ datato come il nostro non li si possono risolvere con un palco, qualche donna e una paio di comici. 


In mezzo al centro commerciale c’è una piazza e in questa piazza ci sono tavolini con sedie. Bene, il direttore ha avuto un’idea: mettere tavolini e sedie nuove, visto che le altre erano vecchie. Un pomeriggio l’ho sentito dire questa cosa alla sua segretaria: “Hai notato che la gente si siede sulle sedie nuove?”. “E dove diavolo dovrebbe sedersi la gente se non sulle sedie nuove?”, mi sono chiesto io. Ecco, il direttore è fatto così, pensa che la gente si sieda sulle sedie perché le sedie sono nuove e non per il semplice motivo che quelle sono sedie. Da quando il direttore ha messo le sedie e i tavolini nuovi, come va il centro commerciale? Va così così. La gente viene e si siede. Mi faccio un’altra domanda da solo, scusate: ma i negozi guadagnano di più da quando si fanno feste e da quando ci sono le sedie nuove? Mmmm, mica tanto di più. La congiuntura economica non la si può risolvere con due sedie nuove e con qualche donna scosciata. A un certo punto, nonostante le iniziative, quelli che contano nel centro commerciale hanno cominciato a storcere il naso, a dire che le cose non vanno bene e che qui “è tutto fumo è niente arrosto”. Gli affari non decollano, si dice in giro.

Insomma, qualche settimana fa ho visto in un angolo il direttore parlare al vuoto. In vita mia ho visto solo un uomo in quella situazione e cioè mio padre (lo spiavo dalla finestra di camera mia e non dimenticherò mai mio padre in un angolo del giardino parlare all’erba, gesticolante): un essere umano accerchiato che ripete da solo quello che vorrebbe dire ai suoi aguzzini. Ma non può perché ha paura. Ma non può dirle, quelle cose, perché significherebbe inceppare un ingranaggio. Ecco, il direttore se ne stava lì a ripetere quello che avrebbe voluto dire ai megadirettori per difendersi da certe accuse e mentre lo spiavo vedevo la sua faccia da uomo fallito e pronto ad essere gettato in pasto ai cani.

Una settimana fa un signore è venuto in negozio a presentarsi. “Salve, sono il nuovo direttore”, ha detto a me e alla mia responsabile. Era sorridente e si vedeva che in testa gli circolavano idee e iniziative da mettere in pratica. Un uomo intraprendente, come si suol dire. Non ricordo il colore della sua cravatta. 

10 commenti:

  1. Mi sembra di leggere una trasposizione delle ultime vicende politiche, riportate nel tuo centro commerciale...

    RispondiElimina
  2. Anche queste sono piccole vicende politiche.

    RispondiElimina
  3. Gentile Disagiato,

    la nota finale sul colore dimenticato della cravatta dell'uomo sottinde forse un pò di sano scetticismo da parte tua sulla riuscita delle future iniziative del nuovo direttore?

    Oppure vuole accennare ai grandi ingranaggi dell'esistenza sotto ai quali tutti noi esseri umani veniamo triturati nostro malgrado?

    Chi sceglie i vari direttori del centro commerciale che sembrano alternarsi e ruotare al ritmo di uno l'anno? Che dire di loro?

    Buona fortuna per tutto.

    Marco

    RispondiElimina
  4. Non ricordo il colore della sua cravatta e quindi non ho un campione da prelevare per giudicarlo.

    RispondiElimina
  5. La responsabile si è spruzzata il suo profumo migliore sotto le ascelle...?

    RispondiElimina
  6. Ed ho paura che come nelle italiche vicende il nuovo direttore non potrà fare molto...
    Nella mia città sto notando lo stesso fenomeno: a 6 mesi dall'inaugurazione di un nuovo, grande, orribile centro commerciale quelli piccoli sono in sofferenza, alcuni addirittura con metà dei negozi sfitti, il che genera un circolo (pochi clienti -> meno guadagni -> negozi chiusi -> ancora meno attrattiva ->) soffocante...

    RispondiElimina
  7. Il nuovo che avanza… Sono curiosa di scoprire le innovative ricette del neodirettore. In bocca al lupo!

    RispondiElimina
  8. Se non ricordi la sua cravatta è perché non l'hai notata, e questo vuol dire perlomeno che non era orrenda! se poi è venuto a presentarsi vuol dire che almeno non ha la prosopopea di credersi il deus ex machina...

    RispondiElimina
  9. nonostante tutto frank ha detto:18 gennaio 2012 alle ore 17:58

    entrano tutti spavaldi, e poi escono con la coda tra le gambe... ah, il centro commerciale! una delle invenzioni più stupide mai generate dall'orecchio umano... questi monoliti, che sono già vecchi quando appaiono, in mezzo alle pianure, ai margini della città; giganteschi, di colori improbabili (tipo nero, giallo, rosso, blu, verde). sono asettici, dei luoghi sbagliati, non saprei come altro definirli... certa gente quando decide di uscire con gli amici, fissa come punto di ritrovo il centro commerciale, e poi stanno la dentro per ore... certuni ci vanno pure con la ragazza...

    RispondiElimina

(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)