martedì 6 marzo 2012

Il valore (magari religioso) della domenica

del Disagiato

Fuori dal centro commerciale, l’altro ieri, alcuni signori della Cgil distribuivano volantini per dire ad alta voce che i centri, la domenica, devono rimanere chiusi. Sono rimasto sorpreso, non lo nego, perché da queste parti i sindacati non si sono mai visti e solo più tardi scoprirò che erano lì, quei signori, per un’iniziativa ben più estesa e pubblicizzata. Ma va bene ugualmente, meglio di niente. Il volantino, come sta scritto nell'articolo dell'Avvenire, chiedeva ai cittadini di compiere opera di boicottaggio non acquistando alcun tipo di merce.

La protesta dei lavoratori italiani è rivolta, in modo particolare, a contrastare una norma contenuta nel decreto “Salva Italia” del governo Monti. Nello specifico, l’articolo 31 prevede la possibilità di tenere aperti negozi e supermercati 24 ore su 24 e sette giorni la settimana. Un provvedimento che, secondo Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil «non contribuirà ad aumentare né i consumi né l’occupazione nel settore».

Siccome i negozi sono in crisi, i titolari non possono permettersi di assumere altro personale per coprire i turni. Succede, quindi, che la maggior parte dei commessi deve lavorare anche di domenica. Durante la settima il povero commesso ha la possibilità di stare a casa? Io, in libreria, sì, ma da quello che so in altri negozi il giorno di riposo non è garantito per il motivo che vi dicevo prima e cioè che non c’è abbastanza personale per coprire i turni. Ecco perché i sindacati alzano la voce.

Le ore domenicali vengono pagate? Ad esempio al mio amico Emiliano (lavora al Bricocenter) queste ore vengono pagate ma ad altri miei conoscenti (Elisa, Marco, Ruggero, Filippo) non vengono pagate perché hanno un contratto truffa di cui vi ho già parlato e cioè quello dove loro sarebbero soci ma non lo sono. E quindi Elisa, Marco, Ruggero, Filippo lavorano aggratis, ma è bene sottolineare che lo facevano anche prima che venisse a galla questa norma contenuta nel “Decreto salva Italia”. Insomma, regalano tempo al titolare (tempo che quando loro saranno in una bara nessuno gli restituirà più).

A me quella dei sindacati sembra una buona iniziativa anche se i motivi per fare volantinaggio fuori dai centri commerciali ce ne sono da parecchio tempo. Però mi colpisce il fatto che mai, ma dico mai, nessun commesso si è ribellato. La mia impressione è che quei signori che domenica facevano volantinaggio fuori dal centro commerciale fossero soli e che i commessi, dentro a lavorare, fossero anche loro soli. Non c’è una colla che tenga i sindacati e i lavoratori ben uniti, un sentimento che li renda simili. Come mai? A me, chissà perché, viene da dire, molto banalmente, che la richiesta di un diritto (diritto a un contratto decente, ad esempio) non esiste senza informazione o cultura. Ecco, la maggior parte dei commessi magari (magari, forse, chissà) non ha un’educazione alla protesta. 

Ma a me questa spiegazione non piace per niente, mi pare un po' istintiva e spocchiosa. Ho un’altra idea. Secondo me i commessi (come me e i miei colleghi) hanno paura, protestando, di perdere il posto di lavoro. Se alzano la testa, il padrone non è che li licenzia ma li ricatta. È successo mille volte, credetemi. E conoscete tutti, penso, il significato dell'espressione "perdere il lavoro": significa non poter pagare un mutuo o un affitto. Ma anche non poter più andare nei centri commerciali.

I commessi dei centri commerciali quando hanno tempo libero (spesso di domenica, chi può) vanno nei centri commerciali. Ecco un altro motivo per cui i commessi non sono simili ai sindacati: la domenica è l’unico momento buono per andare in un altro centro commerciale. Quello che voglio dire è che i sindacati stanno rappresentando il nulla, così come "le chiese", favorevoli a questa protesta, stanno parlando a fedeli che non esistono più.  

In Europa sono 80 gli organismi, dai sindacati alle chiese cristiane, che aderiscono all’European sunday alliance, fondata a Bruxelles nel giugno 2011. In Austria l’alleanza coinvolge anche le comunità musulmana ed ebraica. European sunday alliance gode di un forte sostegno da parte delle chiese cristiane. L’appoggiano apertamente la Commissione degli episcopati cattolici dell’Unione europea (Comece), il Jesuit European Social Centre (Jesc), le Conferenze delle Chiese europee (Cec), che riunisce decine di Chiese ortodosse e riformate. La domenica, giorno del Signore, ha infatti anche un valore religioso 

I commessi, detto rozzamente, non vogliono essere tutelati né come lavoratori né come fedeli ma invece vogliono continuare ad essere consumatori. Di domenica o di lunedì o di martedì non ha importanza, quello che conta è poter essere consumatori, frequentatori di centri commerciali. Altri centri commerciali, ovviamente.

                                                   

4 commenti:

  1. D'accordo sul fatto che i sindacati rappresentano il nulla. Ma l'iniziativa a me non pare affatto buona: non è pensabile di boicottare i negozi dove la gente lavora. E' un suicidio.

    E, come fai notare tra le righe, senza andare a fondo, però, i sindacati finora non si sono interessati quasi di nulla. Se i lavoratori non si ribellano, forse dipende anche da questo. Dal fatto che i sindacati non si occupano dei problemi reali dei lavoratori e non offrono loro una sponda reale di aiuto.

    Insomma, se i contratti sono balordi, l'apertura domenicale non c'entra assolutamente niente.

    E noi siamo consumatori, non c'è niente di male, e anzi forse sarebbe anche il caso di pensare a diritti e doveri di questa particolare categoria sociale in cui rientriamo un po' tutti quanti.

    Uqbal

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  2. Nel post di qualche giorno fa, e che ho linkato sopra, ho approfondito un po' di più quello che qui faccio notare tra le righe, senza andare a fondo.

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  3. Leggere questo post mi ha fatto ripensare ad una conversazione di qualche tempo fa con un ragazzino di 12 anni.
    Dovevo aiutarlo a scrivere un tema: descrivere un evento particolare, una festa...
    Lui mi dice: ieri c'erano i fuochi d'artificio, posso parlare di quello.
    Io: va bene, raccontami cosa hai fatto e poi proviamo a scriverlo.
    Lui: però credo che i fuochi d'artificio dovrebbero farli in occasioni più importanti.
    Io: è tradizione che in questo giorno ci siano i fuochi d'artificio, a me piace. Quali dovrebbero essere le occasioni importanti?
    Lui: non so, ad esempio, l'apertura di un nuovo centro commerciale!

    Questo post sull'apertura perpetua dei centri commerciali e sui diritti negati, mi ha fatto ripensare a quel ragazzino...
    Credo che dovremmo cambiare mentalità, su molte cose.

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  4. Sì, dovremmo prima di tutto far sì che i diritti negati divengano anche diritti desiderati.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)