lunedì 11 febbraio 2013

La realtà purtroppo

del Disagiato

In libreria, come ho già raccontato in passato, vendiamo libri pornografici. Questi libri, però, non sono proprio libri pornografici come lo sono i giornalini pornografici che si trovano (se ancora si trovano) in edicola, ma sono volumi che raccolgono “fotografie d’autore”. La definizione non né mia né dei miei colleghi, ma dei clienti che acquistano questi volumi. La cosa è vera, in parte. Le fotografie si concentrano non solo su un pene vicino ad una bocca, ma si concentrano anche sulla scenografia, la luce e, infine, sulla distanza e angolazione tra la macchina fotografica e i protagonisti. E poi, a dire il vero, a tracciare la vera differenza tra queste fotografie d’autore e i prosaici giornaletti pornografici è il fatto che nelle fotografie d’autore il pene sta vicino ad una bocca. Non dentro. 

Di questi libri, comunque, ne vendiamo tanti e secondo me proprio per l’alta - come posso dire? - artisticità delle immagini. La casa editrice che li pubblica pubblica anche, e soprattutto, libri d’arte, come se tra le due dimensioni, pornografia e arte, ci fossero visibili e naturali vasi comunicanti. Rimane comunque che in questi libri d’autore c’è, detto in breve, del sesso e la cosa, sicuramente, non lascia indifferenti i clienti che li comprano. Probabile che il fine dell’acquisto sia la masturbazione, e sarei ridicolo a non prendere in considerazione questa possibilità. 


Ieri ho letto un simpatico post di Matteo Bordone in cui, giustamente, si sdrammatizzano certe statistiche sull’utilizzo e il traffico di YouPorn in Italia. “La pornografia”, scrive Bordone, “è un pezzo della vita dell’umanità da alcuni millenni, e lo sarà per sempre. Perché alle donne e agli uomini piace il sesso, sia fatto che raccontato, descritto, riprodotto. Il porno è anche cultura e costume, molto più di quello che anche solo vagamente pensino nelle redazioni dei giornali”. Io vi scrivo per dirvi che la penso come Matteo Bordone: il sesso è anche cultura e costume. Ho solo da aggiungere che la pornografia online, per la sua facile fruibilità, compie un assedio ben più feroce e capillare rispetto alla pornografia di vent'anni fa. O almeno a me sembra. E poi, più che altro, ho come l’impressione che a chi piacciono i film pornografici online non piace il sesso ma piacciono i film pornografici online. E così tanto da escludere il sesso. Guardare film pornografici non per masturbarsi ma per masturbarsi con i film pornografici online, e solo con quelli. Il sesso, quello reale, al contrario della maggior parte della pornografia, è fatto da imperfezioni (e timidezze, mi viene da dire), oltre che dal desiderio. 

A noi piace tanto la perfezione, invece. Michael Mann a proposito di regia e punti di vista, qualche anno fa diceva: “Immaginiamo la scena di un uomo e una donna che si sono lasciati e si incontrano per decidere come dividersi l’appartamento. La prima cosa da stabilire è da che punto di vista filmare la scena. Mettiamo che sia quello dell’uomo, perché ciò che succede è che lui vuole che lei torni. Per mostrare come lui vede la donna, c’è una posizione magica dalla quale filmare. Un asse ottimale da trovare. E per arrivarci c’è una grammatica di base su cui appoggiarsi. Ma la grammatica indicherà la direzione solo in modo approssimativo. Condurrà nelle vicinanze del luogo magico” (L'occhio del regista, 2009). 

Scusate il salto, la deviazione, ma secondo me i film pornografici hanno questo asse ottimale, ideale, che non abbandona la nostra testa e il nostro occhio neppure quando siamo fuori casa, tra la gente. Solo che tra la gente, nella realtà, il sesso c’è ma è imperfetto, orfano di qualsiasi "grammatica di base" (o stai a vedere che la grammatica la dobbiamo trovare noi, con un po’ di esperienza). Non esiste, nella realtà, un asse ottimale, una posizione magica dalla quale filmare, con la quale vivere. E allora ci viene un po’ di rabbia per colpa di queste imperfezioni: per il semplice fatto che la realtà è semplicemente realtà. E la rabbia, spesso, si trasforma in delusione e la delusione assume, poi, con l'andare del tempo, forme inquietanti.

4 commenti:

  1. Probabilmente, se il fine è quello, torneranno a comprare dei libri in braille.

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  2. Posso confermarti che ci sono autori che fra pornografia e arte sanno mettere vasi comunicanti e i libri che vendi ne sono la conferma.

    Posso invece serenamente escludere che chi vede pornografia online sia interessato solo a quella. Lo so perché la pornografia online la vedono tutti, maschi e femmine di ogni età, e poiché nel mondo ancora si fa sesso a due o più - così mi dicono - la pornografia non esclude il sesso di persona.

    Escludo invece per esperienza personale che oggi si veda più pornografia di ieri. Io sono del 70. Fra i miei coetanei non credo esista bambino/adolescente di allora che non abbia visto almeno un'immagine pornografica prima dei 14 anni. I giornali/riviste porno circolavano clandestine, ma circolavano.

    Ieri come oggi, se un bambino/adolescente vuole un porno lo trova. I genitori si mettano l'anima in pace. (E parlo da genitore...)

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  3. Condivido al 100% la tua analisi: il porno è una specie di mondo fatato, nel quale le donne sono sempre "belle", sempre disponibili a qualsiasi porcata, sempre multiorgasmiche e piene d'iniziativa. Gli uomini sempre superdotati, superesistenti e anche loro multiorgasmici.
    Poi, la realtà vissuta, ha tutti problemi di cui parli, imperfetta, limitata, saltuaria.
    Un tempo si diceva: più di sesso si parla, meno se ne fa. Ora si potrebbe dire: più se ne guarda, meno se ne fa.
    Ed è tristemente vero, anche dal punto di vista educativo, perchè ci si carica di improbabili aspettative, e di frustrazioni quando non si realizzano queste illusioni.
    La vita è sofferenza, spesso, anche in questo campo, purtroppo. Si rischia di sentirsi esclusi dal festino della vita, come quel personaggio dei "Dubliners".

    Anonimo SQ

    PS Un pizzico di humor: ma SB, come lo piazziamo, in questo discorso ?

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  4. Più che SB, le televisioni di SB hanno mostrato qualche chiappa in più rispetto a prima. Ma forse questo è un altro discorso.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)