martedì 5 febbraio 2013

Per quale motivo?

del Disagiato

Faccio una brevissima premessa: senza i libri si può vivere. Senza i libri molto probabilmente si può non solo vivere ma anche vivere bene, benissimo. Ho amici e conoscenti che non leggono e che sono ricchi, sani e, a me sembra, felici. Li vedo ridere e sorridere. L’apparenza inganna, direte voi. Può darsi. Magari queste persone che non leggono sono dentro, nell'anima, infelici. A me, se posso essere sincero, non sembrano così infelici. I non lettori stanno a galla come sto a galla io, che di libri ne leggo abbastanza per essere definito un buon lettore o, come si suol dire, un lettore forte. Se invece di libri ne avete bisogno per essere uomini equilibrati, allora avete più possibilità per possedere e acquistare libri. Il nostro mondo, oggi, grazie alla tecnologia, ci offre quelle che noi molte volte, non a torto, chiamiamo “comodità”. Comodamente da casa, e in pochissime mosse, possiamo comprare libri elettronici che costano assai meno dei libri di carta. Una volta, da me, in libreria, entravano clienti che oggi hanno deciso di passare dalla parte della comodità. Questi clienti a volte mi salutano in gelateria o al supermercato e poi, senza che abbia chiesto nulla, mi dicono: “Eh, da quando ho l’ebook non ci siamo più visti”. “Già”, sussurro io, sorridendo. Allora, con il gelato in mano o in coda davanti alla cassa, mi chiedo: perché un essere umano, oggi, 2013, dovrebbe uscire di casa per raggiungere una libreria? 

C’è anche un altro modo altrettanto comodo per leggere, e cioè ordinare libri cartacei da casa, tramite Amazon, ad esempio, o Ibs o altri siti più o meno specializzati. Anche qui, come per i libri elettronici, bastano poche mosse per avere un libro, o più libri, in mano. C’è solo da aspettare qualche ora o qualche giorno e poi ci si può sedere in poltrona, accavallare le gambe, prendere il volume che sta sul tavolino davanti a noi e, finalmente, tuffarsi nella lettura. In libreria, tanto tempo fa, come è accaduto con gli ebook, entravano clienti che oggi hanno scelto di comprare i libri in rete, per mezzo di una semplicissima connessione internet. Li incontro in farmacia o ai giardinetti pubblici, mi salutano con una mano e mi dicono: “È da tanto che non ci vediamo”. “Vero”, rispondo lapidario, sorridendo. Perché mai un essere umano per leggere un libro dovrebbe togliersi le ciabatte, mettersi le scarpe, salire in macchina, macinare chilometri, parcheggiare e fare della strada a piedi per raggiungere una libreria? Ci sono modi molto più comodi e veloci per far parte di quella minoranza (quella che legge) che sta tra le cifre e i grafici delle statistiche di fine anno.

Siamo nel 2013, la tecnologia dona comodità ma, nonostante tutto, stringendo i denti, le librerie ci sono ancora e con le librerie i librai. Io, che sono un libraio che ha un blog che parla di libri e di librerie, mi sono accorto che in tutti questi mesi non ho mai detto quello che andrebbe detto e che, magari arrossendo in volto, è facilissimo da dire. Ho detto tante cose ma mai la più semplice: le librerie sono belle. Un po’ come un uomo che non ha mai detto “Ti amo” alla sua fidanzata. Bastava poco per farla sentire importante. Prima che vi lasciasse. Le librerie sono belle perché ci sono i libri sugli scaffali e perché i librai sono pronti ad eseguire i vostri ordini ma anche a dare qualche piccolo consiglio. Più i clienti chiedono consigli e più i librai si sentono responsabili; più i librai si sentono responsabili e più i clienti chiedono consigli. Tutto qua? Basta questo per scardinare le vostre convinzioni e la vostra voglia di comodità (avere un libro in poche mosse, comodamente da casa)? 

Io, da parte mia, non posso fare altro che dirvi che le librerie, come le biblioteche, sono posti da frequentare e che in quei posti ci si sente meno soli. Perché uscire di casa per raggiungere una libreria? Sentite un'altra risposta che sembra stupida ma che secondo me non lo è: per uscire di casa. Basta, tutto qui? Sì, anche solo per uscire di casa e, volendo esagerare, avere un punto di riferimento, una piccolo faro in mezzo al mare: la libreria. In questo mondo che si sta organizzando per farci sentire (e più che altro farci essere) uomini soli e dispersi, uscire di casa è una buona cosa. Uscite di casa, quindi, anche solo per un’ora d’aria, e se vi piacciono i libri, venite in libreria. Perché, ripeto, nelle librerie (e nelle biblioteche) ci sono tanti libri da guardare, sfogliare e consultare e perché i librai sono bravi e competenti come o più di Baricco, o di qualcun altro, che vi suggerisce buone letture in televisione, in prima serata, con faccia intelligente. 

16 commenti:

  1. Per avere un contatto umano, per conoscere un "sempre un pò a disagio", per sentire l'odore della carta stampata, per sfogliare libri troppo costosi per le nostre tasche...

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  2. io compro su Amazon e Ibs, ho un kindle, scarico gli ebook dai siti web.
    ma mai e poi mai potrei rinunciare al piacere di entrare in una libreria, guardarli, toccarli, sentirne l'odore...

    credo che sia un po' come per i vini: puoi acquistarli al super o su internet, ma un vero amante del vinto non rinuncerà mai ad un giro in una cantina.

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  3. Anche io sono passata alla comodità (io la chiamo economicità) del kindle, compro a iosa e leggo più di prima. Ma ogni sabato pomeriggio passo almeno un'ora in libreria, perchè è vero, le librerie sono belle.
    Lo faccio per abitudine, per uscire, per sfogliare e conprarne uno ogni tanto...
    e perchè le mie due figlie adolescenti ed ipertecnologiche, (miracolo!) vogliono leggere libri di carta!!!

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  4. Anch'io posseggo un kindle ma scelgo e compro/prendo in prestito molte delle mie letture in libreria/biblioteca per il semplice fatto che in questi luoghi reali, i libri collidono, interagiscono fra di loro, abbaiano per farsi prendere o fanno di tutto per restare nello scaffale.

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  5. Io leggo quando sono infelice, quando sono felice, nel senso che sto bene con me stessa e con gli altri, mi godo la giornata, gioisco nel giocare coi i miei bambini, nel chiacchierare con la vicina di casa, mi piace camminare, fare cose, vivere il quotidiano quindi non sento così forte la necessità di tenere la mente occupata, di fuggire alla realtà che mi circonda. Vivo, spendo le mie energie positivamente e la sera sono sanamente stanca e crollo dopo le prime due pagine.
    Quando sono infelice i libri sono la mia salvezza: mi permettono di uscire momentaneamente da una condizione che non mi piace e che non riesco a cambiare, mi permettono una pausa dai pensieri pesanti (chissà perche i pensieri felici parlano sempre sottovoce quelli tristi gridano e mi rimbombano nella testa). Quando sono infelice leggo molto, penso molto a ciò che ho letto, imparo cose, modifico talvolta le mie opinioni ma rimango comunque infelice: leggere mi aiuta, nel senso che mi permette una pausa dalla mia infelicità.
    I libri in libreria, sia per me che per gli altri, però li compro di più, quando sono felice, perché così scambio due chiacchiere con il libraio, mi lascio consigliare esprimo giudizi. Quando sto bene faccio una lunga passeggiata e vado fino in centro dove c’è una magnifica libreria “per ragazzi” gestita da due signore fantastiche che parlano dei libri che vendono con la luce negli occhi, che non ti consigliano i libri perché sono molto pubblicizzati, ma perché sono belli e tutti i libri che mi hanno consigliato per mio figlio li ho letti anche io e li ho trovati bellissimi. Ecco purtroppo non ho ancora trovato un libraio così per i libri “da grande”.
    Grazie.
    sabrina

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    1. E anche i librai, naturalmente, hanno l'umore capriccioso come i loro clienti. Grazie per il tuo bel commento.

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  6. Ma soprattutto, in libreria puoi ristabilire l'ordine delle cose. L'uomo davanti all'incommensurabilità del sapere, il nulla davanti all'infinito. Un po' come si sarà sentito il bambino nella foto.

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  7. Io non credo che le comodità e le librerie siano in antitesi. Io le comodità le sfrutto tutte, ma le librerie le frequento ancora. E poi: le comodità vanno bene quando si sa quello che si vuole, ma se si è guidati dalla curiosità o si ha bisogno di un consiglio la libreria e il libraio servono eccome!

    E poi ho scoperto un'altra cosa, con le comodità: avere tanti ebook gratis non significa necessariamente leggerli. I libri vanno cercati e desiderati. Spesso, quando arrivano gratis, non sono per nulla appetibili.

    Buona lettura!

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  8. Qualche mese fa ho acquistato un ebook che ora è lì sul comodino a prendere la polvere. All'inizio l'ho usato, poi, invece, non più. Non riesco a sostituirlo al libro. O perché, come dici bene tu, le due cose non si annullano a vicenda, o forse perché, lavorando in una libreria, mi è difficile prendere le distanze dalla carta.

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  9. Io come Noise uso tutto: e in libreria ci vado moltissimo. Compro meno cartaceo italiano, perché non sono ricca, e la ragione si chiama legge sul prezzo dei libri.
    Se il mondo dell'editoria italiana e tutto il suo indotto (librerie incluse) si affidasse più a se stesso e meno ai calmieri di stato, forse le cose sarebbero diverse, io credo.

    (Ps. prova a portarlo in viaggio, il tuo e-reader, e poi vedi la differenza!)

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  10. Mah... Siamo sicuri che chi compra online sia un recluso e pigro eremita? A me sembra che ad affidarsi alla rete, per la maggior parte, non siano i lettori episodici, ma invece proprio i bibliomani incalliti, quelli che di libri ne comprano e leggono molti. Talmente tanti che - come ricordava nel commento precedente Povna - scelgono internet per convenienza di budget.
    Però capisco la tua sofferenza che è anche la mia, perché adoro andare per librerie e parlare con persone sensibili come te di libri di carta che posso toccare (direi perfino odorare, se non sembrasse un commento un poco morboso da feticista tipografico). Ma non credo che possiamo farci nulla.
    A riguardo, ancora prima che comparissero gli ebook, un mio adorato professore dei tempi dell'università, amava ripetere che dovremmo smetterla di preoccuparci di salvaguardare il libro come oggetto, ma preoccuparci semmai cercare di salvaguardare quello a cui i libri "servono".
    Allora il senso del suo discorso mi sembrava astruso. Adesso, guardando il mio gnappetto di appena quindici mesi che già ama giochicchiare con il tablet di mammà, penso di capirlo un poco di più.

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  11. Penso che il mio discorso sui libri cartacei abbia più a che fare con le relazioni umane che con la carta (e mi vergogno tanto a fare questi discorsi, eh). Non voglio parlare di libri ma di come raggiungere i libri. Sia chiaro che ho scritto questo post con i tratti somatici del moralista e cioè di colui che giudica il mondo per come lo vorrebbe. Poi non penso che chi acquista tramite internet è un eremita o un recluso (tanti miei amici acquistano libri per mezzo di Ibs e non sono né eremiti né reclusi), penso solo che pian piano abbiamo sempre più scuse (la comodità, il risparmio, il tempo guadagnato) per non uscire di casa. E uscire di casa, ed essere quindi indipendenti e distaccati dalle fissazioni casalinghe, fa bene a me e, magari, ai gnappetti che presto saranno adulti. Lo so, sembro un parroco ;)

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  12. Ci tengo a precisare che ho solamente la seconda elementare e poca dimestichezza con le parole scrivo quello che penso senza pretese cercando di raccontare le esperienze fatte nell'arco della mia vita, giuste ho sbagliate che siano ripudiando ogni forma di violenza. In quanto alla Storia io l’ho appresa dal libro della vita cercando di descriverla con le parole di un ignorante di 73 anni. Verità semplici non le verità taroccate dei politologi e degli storici che dicendo e scrivendo falsità nascondono i fatti realmente accaduti creando ignoranza.
    Come possono raccontare la realtà di quei fatti che in gran parte non hanno vissuto se non col sentito dire? Come avveniva nei racconti degli eroi della mitologia man mano che venivano raccontati si amplificavano tanto da sembrare novelle più che Storia da tramandare ai posteri. Per quanto riguarda la Storia più recente potreste chiedere ai sopravvissuti del ventennio fascista e della seconda guerra mondiale. Ebbene, confrontando lo scritto col raccontato conoscereste la vera Storia vissuta dal Popolo. Vi do un consiglio. La Storia ricercatela dal basso, dalla gente più umile che è stata sempre la più vicina alla realtà dei fatti storici. Altrimenti dalle falsità verrà scritta una nuova Odissea. Per questo io penso che la falsità crei solo ignoranza, l’ignoranza genera violenza e danni al Popolo.

    Ho lavorato per 18 anni alla stazione di Santa Maria Novella di Firenze ciò che descrivo nel post è verità il tutto
    Rispecchia la nostra società e ciò che saremo.
    Anime sospese le ho viste aggirarsi in tutte le stazioni in cerca della loro identità perduta. Vita vissuta ai margini della dignità imposta da una società malata, priva di amore verso i più umili che stanchi di lottare si sono arresi assistendo impassibili a quella vita che non gli appartiene più. Vita ricercata nella folla frettolosa schiava del tempo che passa veloce, come fossero automi. Taluni offrono una moneta tenendo in vita queste anime sospese condannate a fare da specchio a tutta l’umanità. VITTORIO

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  13. Amo le librerie e i librai: non fraintendermi, ma quando ho vissuto in centro a milano, accanto ad un alibreria einaudi poco frequentata, la cui padrona dai capelli rossi e ricci mi faceva sedere, mi offriva il caffè e mi diceva: allora, che leggiamo 'sta volta? e magari se un libro non mi ero piaciuto me lo faceva riportare indietro e me ne dava un altro, ecco, quello per me è stato un periodo di grande amore. Ora, naturalmente, la piccola libreria einaudi è svanita nel buco nero dell'economia. Amavo la feltrinelli di corso buenos aires, dove conoscevo ogni libro e ogni angolo, andandoci quasi quotidianamente. Ma rapporti con i librai, mai molti lì. Ora anche la feltrinelli è più mediaworld che altro, e mi trovo spersa, e quando cerco un consiglio, raramente trovo. Anche io compro su ibs e amazon e ho un e-reader, sempre per il motivo economico già citato. E anche io non rinuncio ad andare ad annusare i libri in libreria, ma ora è un po' come se andassi ad annusare il profumo di un vecchio amore perduto.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)