lunedì 29 luglio 2013

Contro il razzismo

del Disagiato

Il ministro dell’integrazione Cécile Kyenge ha ricevuto il massimo del sostegno che un paese civile potesse dargli. Sono davvero contento che si sia riflettuto sulla vicenda e che nel nostro mirino siano entrati i razzisti italiani, però scrivo queste righe anche per dirvi che mi dispiace tanto che questa indignazione, e questo parlare di “migliorare la cultura” per sconfigge la xenofobia, siano giunti nel momento in cui la xenofobia e il razzismo hanno toccato un ministro e cioè una persona che rappresenta alla perfezione il potere. Non voglio essere frainteso: da cittadino mi indigno per il lancio di banane e per le parole di qualche settimana fa di Roberto Calderoli, però io non porto nessun sostegno o memento di solidarietà – solidarietà intima, si intende - al nostro ministro Kyenge. La mia impressione è che in noi scatti l’indignazione, la solidarietà e l’arguzia solo quando a manifestarsi è la storia o la vita delle persone che, diciamo così, contano. Momenti di razzismo o di semplice intolleranza ci sono tutti i giorni ma pochi di noi – soprattutto pochi intellettuali – chiediamo ad alta voce, come invece facciamo ora, di agire, di migliorare, di avvicinare i più giovani alla cultura, perché solo la cultura può cambiare il modo di intendere i rapporti umani. Dimostriamo di essere civili e tolleranti solo quando il razzismo appare in vetrina, quando la vittima è, come minimo, borghese.

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Roberto Cotroneo, solo per fare un esempio, un paio di giorni fa ha scritto che il degrado culturale rende gli italiani razzisti: “l’ignoranza, il disprezzo per la cultura producono paura, chiusura, e comportamenti razzisti e xenofobi”. Apro una parentesi. In Italia, secondo me, la cultura non è scomparsa, non è uscita da nessun orizzonte. Non esiste nessun disprezzo. La cultura, oggi, è un’altra, i punti di riferimento sono altri: i calciatori, gli attori, i presentatori televisivi, i giornalisti famosi, gli scrittori che vendono migliaia di copie, le pornostar, il cinema porno. Questa è la nostra cultura, che, tra l’altro, gode di ottima salute. Non è mai stata così bene. Per voi la cultura invece significa libri, biblioteche, silenzio, musei e via dicendo? Bene, anche per me. Cosa dobbiamo fare?