venerdì 13 dicembre 2013

Noi

del Disagiato


Ieri sera ho visto un film di Werner Herzog, Cave of forgotten dreams, che è poco più di un bel documentario sulla grotta Chauvet, scoperta nel 1994 nella Francia sudorientale dallo speleologo Jean Marie Chauvet, e sulle sue bellissime pitture e incisioni (circa 500) risalenti più o meno a trentaduemila anni fa. All’interno della grotta non ci sono solo disegni di animali, ma anche impronte umane, ossa di esseri viventi poi scomparsi dalla faccia della terra e quello che pare essere un altare, per chissà quale rito religioso. Uno dei tanti archeologi interpellati dice al regista che loro, gli studiosi, stanno lavorando per sviluppare una nuova comprensione della grotta, usando la precisione, i metodi scientifici, anche se questo non è lo scopo principale: lo scopo principale è quello di creare storie per narrare ciò che succedeva dentro la grotta, in passato. Allora Herzog continua così: “È come creare l’elenco telefonico di Manhattan, quattro milioni di voci. Ma sognano? Piangono la notte? Quali sono le loro speranze, le loro famiglie? Non lo sapremo mai guardando l’elenco telefonico”. E ascoltando questo breve dialogo tra il regista e l’archeologo ho pensato al grande sforzo che noi tutti dobbiamo fare, se lo vogliamo fare, per dare direzione, senso e vita agli scontri, alle cose e persone che vediamo ogni giorno nelle nostre stanze, chiusi soli nelle nostre macchine per strada, oppure in ufficio, al supermercato, in palestra.